Medici di base in ferie pronto soccorso intasato

San Donà. Blitz del direttore dell’Asl 10 Bramezza per verificare le criticità «Il futuro della sanità nel Veneto Orientale resta legato ai tre ospedali»
MORSEGO FGAVAGNIN SAN DONA DI PIAVE VEDUTE OSPEDALE CIVILE
MORSEGO FGAVAGNIN SAN DONA DI PIAVE VEDUTE OSPEDALE CIVILE

Medici di base fuori servizio per il ponte, code al pronto soccorso di San Donà. Nei giorni scorsi, il direttore generale dell'Asl 10, Carlo Bramezza, ha fatto un blitz in ospedale per rendersi conto di persona della situazione nella struttura di via Nazario Sauro e nel reparto delle emergenze. Ed è arrivato proprio al pronto soccorso, dove la situazione era critica, nonostante l'impegno del personale per cercare di limitare i tempi di attesa nell'ordine di ore. Medici e infermieri hanno dovuto far fronte anche a piccoli traumi e indisposizioni che solitamente un medico di base dovrebbe seguire per non intasare le emergenze in ospedale.

Tra 25 aprile e primo maggio, però, tanti ambulatori hanno chiuso e subito tutti si sono riversati al pronto soccorso. Il risultato più evidente è stato l'ammassarsi in sala di attesa di decine e decine di codici bianchi, in assoluto i meno gravi, rimasti ad aspettare a lungo il proprio turno per una visita. Non sono mancati momenti di tensione, come spesso avviene in questi casi. Il mese scorso le lunghe attese al pronto soccorso erano state causate da un problema ai terminali, che aveva interessato tutta la struttura sanitaria. Da settimane non si sentiva parlare di problemi al pronto soccorso. Ma in questi giorni non è facile con l'aumento dei codici bianchi.

Bramezza ha preso nota delle criticità cui si cercherà di rimediare anche in momenti di emergenza come questi. Ha quindi elogiato il personale medico e infermieristico dell'ospedale, in servizio nei giorni di festa.

Il direttore generale non è nuovo a questi sopralluoghi improvvisati per rendersi conto di persona di come giri la macchina dell'ospedale. Domani sarà in Consiglio comunale a Jesolo per parlare davanti a sindaco, giunta e consiglieri. Si parlerà del futuro della sanità nel Veneto Orientale, che sarà ancora legato a tre ospedali con diverse specializzazioni, mentre si allontana l'ospedale unico.

«Un polo chirurgico a Portogruaro», spiega, «uno medico e chirurgico a San Donà, uno riabilitativo ed emergenze a Jesolo. Tramonta l'ipotesi di un ospedale unico, alla luce delle risorse sempre minori che ha a disposizione la Regione. In un futuro comunque lontano l'ospedale non dovrà avere tanti posti letto, ma salvare le vite, perché la sanità sarà organizzata sul territorio. Oggi è fondamentale arrivare in cinque minuti di elicottero nella struttura che ti può salvare».

Giovanni Cagnassi

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