Mazzonetto chiede 60 mila euro ma l’Ater da lui ne vuole 18 mila

Ulteriore braccio di ferro tra l’ex presidente dell’azienda territoriale veneziana e la giunta regionale dopo che il governatore Zaia l’aveva cacciato e solo una sentenza del Tar l’aveva riportato in sella
Di Giorgio Cecchetti
Interpress/gf.tagliapietra. 24.04.2015.- Alberto Mazzonetto candidato sindaco
Interpress/gf.tagliapietra. 24.04.2015.- Alberto Mazzonetto candidato sindaco

I rapporti con la giunta regionale, cioè l’istituzione che lo aveva scelto come presidente dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale veneziana sono stati spesso burrascosi e ora, l’ex presidente Alberto Mazzonetto, ha avviato una causa di lavoro contro l’Ater, chiedendo 60 mila euro di arretrati. Ieri mattina, davanti al giudice del lavoro di Venezia Chiara Coppetta Calzavara si sono presentati gli avvocati Mario Bertolissi e Francesca Mazzonetto per il ricorrente e i legali dell’Ater per la prima udienza. Il magistrato non ha già fissato la data della prossima, la comunicherà alle parti non appena avrà deciso se è competente o meno a decidere: la prima questione da sciogliere, dunque, è se sia il giudice del lavoro a doversi occupare della questione o meno. Se riterrà di doversene occupare, quindi, il giudice veneziano riconvocherà le parti per entrare nel merito della vicenda.

Ma il contenzioso tra l’ex presidente, lo è stato fino al novembre dello scorso anno, e la vecchia giunta regionale, anch’essa come quella in carica guidata dal leghista Luca Zaia, non si ferma a quei 60 mila euro. L’allora assessore regionale Massimo Giorgetti, che si occupava delle Ater delle varie province, aveva chiesto a Mazzonetto di restituire 18 mila euro di quelli che aveva guadagnato da presidente: stando a palazzo Balbi, che ha chiesto cifre simili anche agli ex presidenti delle aziende territoriali di Padova, Treviso e Rovigo (gli enti delle altre province erano guidati da commissari), sarebbero stati pagati più di quello che spettava loro. Naturalmente Mazzonetto non vuole restituire quel denaro, ma anzi, sostiene di aver maturato il diritto di incassare altri 60 mila euro.

L’altro braccio di ferro con la giunta regionale, anche se sia Mazzonetto sia Zaia appartenevano allo stesso partito, la Lega Nord, risale a due anni fa, quando, nonostante lo avesse scelto e nominato il presidente Zaia con l’appoggio dell’assessore Giorgetti, gli aveva revocato l’incarico, ma Mazzonetto era stato rimesso al suo posto da una sentenza del Tribunale amministrativo regionale. Uno scontro, soprattutto con l’assessore, che durava da tempo: l’anno precedente, ad esempio, il motivo del contendere era stata la nomina del direttore dell’Ater veneziano del padovano Aldo Luciano Marcon, il funzionario finito sotto inchiesta a Padova per gravi reati. Una nomina che l’assessore Giorgetti aveva aspramente criticato tanto da dichiarare allora al nostro giornale: «Per la nomina del direttore hanno scelto quello a cui due anni fa lo stesso Mazzonetto non aveva rinnovato l'incarico e che era finito nel mirino della Procura della Corte dei Conti. Si tratta di scelte che gridano vendetta».

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