Mazzi di banconote nascosti nei luoghi più disparati
MIRANO. Mezzo milione di euro in banconote di vario taglio trovate nascoste nei luoghi più disparati e quasi dieci metri cubi di scatole contenenti documenti cartacei e materiale elettronico vario sequestrati. Sono i numeri più evidenti che emergono dalle perquisizioni effettuate a casa dei quaranta indagati e avvenute giovedì mattina quando è scattato il blitz delle Fiamme gialle.
I finanzieri di Mirano, coordinati dalla Procura di Padova, cercavano proprio il denaro contante. Del resto le frodi “cucite su misura” per chi voleva evadere si basavano sull’utilizzo del contante proveniente dal “nero” che le singole aziende creavano. Senza quel “carburante” nulla era possibile. E così in ogni abitazione che hanno visitato hanno buttato all’aria stanze e locali di pertinenza, cercato casseforti interrate o murate. E nei posti più disparati, da scatole e contenitori messi ovunque sono saltate fuori mazzette e mazzette di euro. Già durante l’indagine, durata un anno e mezzo, intercettando “casualmente” alcuni “spalloni” che facevano rientrare dall’estero il denaro sporco, i militari avevano sequestrato un milione di euro.
Durante le perquisizioni sono saltati fuori anche dei soldi nascosti in buste sottovuoto. Chi li ha nascosti lo ha fatto per evitare che il denaro venisse scovato dai “cash dog”, i cani specializzati nella ricerca di banconote. Uno di questi, una cagnolina di labrador di nome Sissi, da alcuni anni lavora all’aeroporto Marco Polo. Ma il sottovuoto non ha evitato il sequestro.
Dalla documentazione e dal materiale sequestrato, non ancora visionato dagli inquirenti, si intuisce che le indagini porteranno lontano. O meglio ci sono numerose aziende coinvolte. Imprenditori che si sono rivolti all’organizzazione di Lazzarin e Carraro, per ripulire il denaro guadagnato in nero e per regolarizzare la contabilità dei propri magazzini.
La struttura criminale, che in circa tre anni è riuscita a realizzare almeno 30 società fittizie per l'emissione di fatture per operazioni commerciali inesistenti - i camion giravano mezza Europa vuoti ma tutto era documentato in caso di controlli - ha “contabilizzato” ben 150 milioni di euro. Naturalmente frutto dell’emissione di fatture false che hanno consentito a decine e decine di imprenditori che operano nel settore della compravendita di vari prodotti, di far perdere all’Erario ben 40 milioni di euro.
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