Mazzette Veritas, il pm scagiona Razzini
Chiesta l’archiviazione per il direttore generale della società. Ghezzo, Busato e Tonin vanno verso il patteggiamento
Foto Agenzia Candussi/ Mion/ Mestre, via Porto di Cavergnago/ Sede Veritas
L’accusa era di abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sul presunto giro di mazzette a Veritas per ottenere l’affidamento dei lavori: il pubblico ministero Giorgio Gava, titolare dell’inchiesta, ha chiesto l’archiviazione per Andrea Razzini, direttore generale di Veritas. Non ci sono dunque elementi a carico del dirigente della multiutility tali da chiedere per lui il rinvio a giudizio e sostenere l’accusa nel corso del dibattimento. Una richiesta, quella dell’archiviazione per Razzini, che era già indirettamente trapelata con l’avviso di chiusura indagini a metà maggio nel quale comparivano nove nomi, ma non quello del direttore generale. L’ultima parola sulla richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero spetterà ora al giudice per l’udienza preliminare Alberto Scaramuzza: l’udienza è fissata per venerdì.
I patteggiamenti.
Nella stessa udienza gli imputati potranno chiedere di accedere ai riti alternativi per evitare il dibattimento in caso di rinvio a giudizio. I tre protagonisti principali dell’inchiesta, che devono rispondere dell’accusa di corruzione, dal canto loro chiederanno al gup di patteggiare la pena, forti dell’accordo trovato con il pubblico ministero. Claudio Ghezzo, l’ex direttore commerciale di Veritas accusato di aver incassato negli anni 151 mila euro in mazzette da Enzo Busato della “F.lli Busato” di Preganziol e Sabrina Tonin della “Plan-Eco” di Cittadella per pilotare appalti nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti, dovrebbe patteggiare una pena di 2 anni e 8 mesi.
«Sia Busato che Tonin hanno dichiarato nei loro interrogatori di aver fatto delle regalie, sia in denaro che in oggetti, a Ghezzo, non legate all’affidamento degli appalti, che sono risultati regolari, né all’attività lavorativa, ma per ringraziarlo della sua disponibilità», spiega il difensore Fabio Niero, «Non si tratta infatti di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio». Ghezzo ha anche presentato nei giorni scorsi un’offerta di risarcimento di 45mila euro a Veritas, EcoProgetti ed EcoServizi, sulla quale le società dovranno esprimersi. Vanno verso il patteggiamento anche la padovana Sabrina Tonin (avvocato Elisa Berton) ed Enzo Busato di Preganziol (avvocato Marco Vianello): l’accordo con il rappresentante della Procura per loro sarebbe al di sotto dei due anni. Entrambi hanno reso ampia collaborazione alle indagini, fornendo elementi utili per ricostruire il giro di mazzette portato alla luce dalla Guardia di Finanza. Ci potrebbero essere anche altri imputati che venerdì si potrebbero orientare su una richiesta di patteggiamento, sulla quale dovrà decidere il giudice Scaramuzza.
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