Mazzette sui permessi via i sigilli dai locali di Reaz

Jesolo. Sono stati dissequestrati i ristoranti Elman, Europa e un market indiano I dipendenti ancora preoccupati: «Siamo senza lavoro, non sappiamo che fare»
Di Giovanni Cagnassi

JESOLO. Dissequestrate tutte le attività del bangladese Reaz Abu Syed Md. Ieri i suoi legali, gli avvocati Walter Drusian, del Foro di Venezia, e Matteo Giuseppe d'Anna, del Foro di Treviso, hanno ottenuto la risposta positiva dal tribunale del Riesame in merito al dissequestro dei due ristoranti, il ristorante indiano Elman e il ristorante Europa, e di un market indiano, sempre gestito dall'imprenditore ancora in carcere. Un segnale positivo, secondo i legali che si sono rivolti al Riesame anche per la carcerazione, contestando la sua estraneità alle accuse di associazione per delinquere e corruzione.

Tra pochi giorni, i locali potrebbero dunque essere riaperti, anche se il colpo subìto ha creato dei danni enormi a queste attività, in pieno agosto. Ora i legali di Reaz cercheranno almeno di ottenere i domiciliari, che sono già stati concessi a uno dei tre poliziotti del commissariato coinvolti nella corposa indagine sui permessi di soggiorno falsi, e ad altri imprenditori e ristoratori che erano in carcere per lo stesso motivo. «Noi riteniamo che il nostro assistito sia estraneo alle accuse», sostengono gli avvocati, «e per questo abbiamo già presentato istanza al tribunale del Riesame. E se le sue dichiarazioni e la difesa fossero confermate, per lui chiederemo una riabilitazione importante visto tutto quello che ha subìto nell'ambito della sua attività economica e a danno della sua moralità». Ma i 26 dipendenti delle società gestite da Reaz brancolano ancora nel buio. La maggior parte sono sui connazionali, ma ci sono anche diverse ragazze e ragazzi italiani e stranieri che ancora attendono parte degli stipendi o che sono rimasti senza un lavoro. «Non sappiamo cosa fare», dice Alì, uno dei direttori di Riaz nei ristoranti da lui gestiti, «siamo rimasti senza niente, disoccupati spesso anche senza un posto dove dormire. È stato un colpo durissimo per lui e per noi».

Altre dipendenti si erano già rivolte all'ispettorato del lavoro per chiedere spiegazioni. Sono stati passati al setaccio i contratti di assunzione, ma dopo queste indagini è scoppiato il finimondo. L'ex presidente di delegazione Ascom Confcommercio, ora semplice associato, Gianfranco Moro, ha chiesto dei chiarimenti su come Reaz abbia stilato i contratti di assunzione, adombrando il fatto che nell'associazione qualcuno dovesse sapere. Ma il presidente mandamentale Angelo Faloppa ha chiarito che non ci sono distinzioni di etnie e che i contratti di assunzione seguono regole precise che non vengono trasgredite. E ha annunciato la tutela legale contro dichiarazioni diffamatorie.

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