Mazzette alla Veritas, in 7 pronti a patteggiare

Accordo con il pm sulla pena per i principali protagonisti: Ghezzo, Busato e Tonin Le tangenti contestate alla padovana calano a 19.500 euro. Lunedì la sentenza
La sede di Veritas
La sede di Veritas
Sette patteggiamenti per evitare il processo. A trovare l’accordo con il pubblico ministero Giorgio Gava sono stati i principali imputati dell’inchiesta sulle presunte mazzette a Veritas. Ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare Alberto Scaramuzza si è svolta l’udienza durante la quale le difese hanno presentato le richieste di riti alternativi e discusso le rispettive posizioni. Lunedì la sentenza.


Claudio Ghezzo, ex direttore commerciale di Veritas accusato di corruzione per aver ricevuto soldi e regali in cambio - secondo l’accusa - dell’assegnazione degli incarichi alle ditte “F.lli Busato Autotrasporti” di Preganziol e “Plan-Eco” di Cittadella, dovrebbe evitare il processo patteggiando una pena di due anni e otto mesi. A ciò si aggiunge l’offerta di risarcimento presentata da Ghezzo a Veritas per un totale di 45mila euro, su cui la multiutility non si è ancora espressa.


Pene patteggiate sotto i due anni per le due figure che, secondo la Procura lagunare, avrebbero dato le regalie (soldi e regali) a Ghezzo. Una versione, questa, confermata dagli stessi due co-protagonisti del sistema. Un anno e dieci mesi la proposta di patteggiamento per Enzo Busato, contitolare della ditta familiare di autotrasporti con sede a Preganziol (avvocato Marco Vianello), accusato di aver consegnato 51.500 euro all’ex direttore commerciale di Veritas. A confermare le dazioni, un file Excel con tutta la contabilità. Un anno, dieci mesi e venti giorni di patteggiamento, invece, per Sabrina Tonin di Tombolo (avvocato Elisa Berton), ex responsabile commerciale della “Plan-Eco”. L’ammontare delle dazioni inizialmente contestato alla padovana era di 100mila euro: una cifra che la Procura aveva calcolato in base a una mail in cui si parlava della corresponsione a Ghezzo di un euro per tonnellata di combustibile derivato dai rifiuti. Durante l’interrogatorio, Tonin aveva tuttavia chiarito che quella mail era solo una bozza e che la dazione effettiva è stata di 19.500 euro. Una versione a cui la Procura ha creduto.


Verso il patteggiamento anche Roberto Filipello, veronese classe 1938, legale rappresentante della “Plan-Eco” (un anno e sei mesi per corruzione), e Maurizio Frison, padovano di Piove di Sacco classe 1958, dipendente della “Svet” (sei mesi per turbata libertà degli incanti). Per la violazione del decreto legislativo 231/2011 sulla responsabilità amministrativa delle società, “Plan-Eco” e “F.lli Busato Autotrasporti” chiedono di poter patteggiare la pena pecuniaria di 20mila euro.


Lunedì il gup dovrà pronunciarsi anche sulla richiesta di archiviazione per Andrea Razzini, direttore generale di Veritas, e Claudio Doné, legale rappresentante della “Se.Fi. Ambiente”. Rischiano il processo Denis Baldan (Montecchio Maggiore, 1973), Giuseppe Busato (Casier, 1964), Nicola Giuseppe Bertollo (Tombolo, 1978), Alessio Bonetto (Codevigo, 1979)e la società vicentina “Futura”.


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