Mazzacurati papà del Mose si dimette dal Consorzio

Giovanni Mazzacurati lascia la presidenza e la direzione del Consorzio Venezia Nuova. La fine di un’epoca, perché l’ingegnere padovano ha ricoperto per più di trent’anni la guida del Consorzio, nato nel 1983 per realizzare il Mose e la salvaguardia di Venezia. Ma soprattutto è stato l’inventore del sistema di dighe mobili oggi in costruzione. «Il mio cardiologo mi ha consigliato di rallentare», spiega con un filo di commozione, «ho problemi di salute e mi prendo una pausa di riflessione. Poi si vedrà». Contraccolpi sul Mose, che sta per entrare nella fase più delicata, con la posa di cassoni e paratoie? «Non direi, il Mose ormai è avviato, il mio compito è quasi concluso». Notizia che era nell’aria, ma che è stata ufficialmente diffusa solo ieri, al termine del Consiglio direttivo del Consorzio. L’organo di governo di cui fanno parte i rappresentanti delle maggiori imprese di costruzioni italiane (Mantovani, Fincosit, Condotte, Mazzi, Ccc, Grandi restauri) ha deciso di accogliere la richiesta di dimissioni dell’ingegnere. «Motivi di salute non gli consentono di proseguire nella sua opera», si legge in una nota, «il Consiglio ha preso atto con rammarico della decisione dell’ingegnere e ringrazia il suo presidente per il lungo e appassionato impegno profuso per la realizzazione delle opere di salvagiuardia, in primo luogo il Mose». Nella stessa seduta il Consiglio ha nominato presidente l’ex sottosegretario vicentino Mauro Fabris, 55 anni, e direttore generale l’ingegner Hermes Redi, 61 anni, già responsabile dell’ufficio Studi del Consorzio negli anni Novanta, titolare di una ditta di ingegneria di Padova e di recente collaudatore del ponte di Calatrava. «Due figure che per competenze e professionalità garantiscono di procedere all’ultimazione del sistema di difesa di Venezia senza soluzione di continuità», rassicura il comunicato finale. In realtà per il Consorzio, dal 1984 concessionario unico dello Stato per le opere di salvaguardia, si apre una nuova pagina. All’orizzonte c’è il completamento del Mose ma soprattutto la sua gestione negli anni futuri. In pochi mesi le figure chiave del progetto sono uscite di scena. Prima il presidente della Mantovani Piergiorgio Baita, coinvolto nell’inchiesta sulle fatture false; poi il presidente del Magistrato alle Acque Ciriaco D’Alessio. Infine il “padre” del Mose, Giovanni Mazzacurati. Una presenza importante per garantire lavori e finanziamenti. Mazzacurati, già direttore della Furlanis costruzioni alla fine degli anni Settanta, era diventato direttore generale del Consorzio Venezia Nuova nel 1983. Dal 2005, dopo l’uscita di scena di Paolo Savona (quarto presidente dopo Costantini, Luigi Zanda, Franco Carraro) Mazzacurati era anche diventato presidente. Frequenti le sue presenze a Roma, dove aveva libero accesso nelle stanze di ministri e dirigenti dello Stato. Mazzacurati, diventato di recente anche Cavaliere di San Marco e presidente del Marcianum, aveva guidato l’iter del grande progetto anche nei momenti più difficili delle contestazioni, delle inchieste giudiziarie e delle procedure di infrazione aperte dall’Europa. Ne era sempre uscito a testa alta. Grande collaborazione ma non molto feeling con Baita, anche lui uscito di scena qualche mese fa. Mazzacurati, 81 anni, rappresentava il Consorzio, Baita le imprese e la cultura del «fare». Comunque vada lascerà un vuoto importante.
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