Maxipubblicità, scatta l'indagine del ministro Galan

Il protavoce Miracco conferma: «Acquisiti contratti e documenti di tutte le sponsorizzazioni»
Maxi-pubblicità montate sulla facciata dell’Ala Napoleonica
Maxi-pubblicità montate sulla facciata dell’Ala Napoleonica
VENEZIA. Galan apre un'indagine interna del Ministero dei Beni Culturali per vederci chiaro sulla vicenda delle maxipubblicità «eterne» nell'area marciana e dei relativi contratti di sponsorizzazione che la soprintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia Renata Codello ha sottoscritto in esclusiva con la società inglese (con sede a Floriana di Malta) Remedia e con l'italiana Gerso, con un contratto di sette anni e un importo di 3 milioni e 600 mila euro per i restauri, in cambio di maxipubblicità sui ponteggi delle facciate dell'ex Palazzo Reale, Procuratie Nuove, Biblioteca Marciana, Zecca e sulle due facciate del Correr (Ala Napolenica e Calle dell'Ascension). Lo annuncia il consigliere particolare del ministro Franco Miracco.


«Il ministro - spiega Miracco - che ha da tempo manifestato la sua contrarietà all'uso delle maxipubblicità sui monumenti veneziani, ha già dato mandato al direttore regionale dei Beni Culturali del Veneto Ugo Soragni di acquisire documentazione e contratti relativi alle sponsorizzazioni in essere per i restauri nell'area marciana e nel giro di una settimana farà le sue valutazioni. Non è in discussione la buona fede e l'impegno dell'architetto Codello nel cercare fonti private alternative di finanziamento per eseguire restauri urgenti nell'area marciana, ma è evidente che qui si è superato ogni limite di impatto e di durata delle maxipubblicità in questa delicata zona monumentale, in contrasto con lo stesso Codice dei Beni Culturali che all'articolo 49 autorizza sì il soprintendente a ricorrere alle pubblicità sui monumenti, ma solo "quando non ne derivi danno all'aspetto, al decoro e alla pubblica fruizione" di essi e mi pare non ci sia dubbio sul fatto che ciò è invece quanto sta avvenendo a San Marco».


Il Ministero ha poteri di intervento sulla questione, ma intanto suggerisce una soluzione condivisa, attraverso le parole di Miracco: «E' indispensabile a Venezia arrivare a un codice visivo che regoli le sponsorizzazioni per i restauri, pur necessarie, con criteri meno impattanti di quelli che ora vengono consentiti. Come dichiara anche l'architetto Codello, tutto ciò è sotto gli occhi di chi vuol vedere. Il Comune e il Ministero dei Beni Culturali potrebbero utilmente collaborare e un'università specializzata come ad esempio l'Iuav fornire gli esperti necessari a fissare dei criteri di tollerabilità. Siamo convinti che gli sponsor li accetterebbero, come avviene anche in altre città italiane, perché la situazione veneziana, sotto questo punto di vista, è davvero unica. La città è già sotto stress per un turismo che la invade e continua ad aumentare, ma l'immagine desolante che dà di se stessa attraverso le maxipubblicità che occupano l'area monumentale, il loro impatto, la loro durata, non possono lasciare inerti il Ministero dei Beni Culturali».

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