Maxipubblicità a San Giovanni e Paolo

C’è il decreto anticartelloni ma ne spuntano anche in “periferia”. Con l’autorizzazione

Maxipubblicità addio. Ma continuano a spuntare. Pochi giorni dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento ministeriale sulle pubblicità ecco spuntare un nuovo cartellone sulla facciata della Basilica di San Giovanni e Paolo. È la Tim che fa pubblicità ai suoi telefonini e che stavolta non ha sollevato proteste come successo a San Marco. Parere favorevole dal direttore regionale Ugo Soragni per una pubblicità che sembra necessaria al proseguimento dei lavori di restauro del coperto e della facciata. Un sistema utilizzato anche negli anni passati dal Comune e dalla Soprintendenza nell’area marciana e contestato da associazioni come Italia Nostra. Il ministero per i Beni culturali ha allora avviato la procedura per un nuovo regolamento, pubblicato proprio in questi giorni sulla Gazzetta Ufficiale. «Niente più pubblicità invasive», si era detto, fatti salvi i contratti in essere per i prossimi due anni. Ma adesso i cartelloni spuntano anche sui monumenti della «Venezia minore». In realtà una delle chiese più famose del mondo, la gotica basilica dei Domenicani di San Giovanni e Paolo dalle possenti colonne, il «Pantheon dei dogi» visitato ogni giorno dai turisti anche per le tele del Bellini, l’icona della Madonna della Pace, la vetrata del Vivarini. Insomma, un monumento che nel contesto del campo, con la Scuola Grande di San Marco, il pozzo decorato e la facciata della chiesa più grande di Venezia non ha molto da invidiare ad aree più note. Ma il monumento cade in pezzi, e i fondi stanziati dalla Curia e dallo Stato non bastano più. L’emergenza restauri colpisce chiese e palazzi, beni della Chiesa e del Demanio. Dunque la strada prescelta sembra ancora una volta quella della pubblicità di aziende che danno il loro contributo.

Una via seguita con ostinazione negli anni scorsi dall’ex sindaco Massimo Cacciari e dal suo assessore Mara Rumiz, in accordo con la soprintendente Renata Codello. Ma la l’invadenza dei cartelloni aveva sollevato polemiche. Così il direttore regionale Ugo Soragni aveva promesso che tutto sarebbe cambiato. Nuovo regolamento del ministero – valido per tutta Italia ma particolarmente sollecitato in laguna – normativa più rigida sulla durata delle esposizioni e soprattutto sull’obbligo di gare. Polemica che aveva infastidito anche il nuovo sindaco Giorgio Orsoni. «I comitati protestano? mettano loro i soldi per i restauri dei monumenti». Adesso i maxicartelloni compaiono anche fuori da San Marco.(a.v.)

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