Maxi truffa:dopo l'arresto di Gaiatto, nuove denunce da tutta Italia

L’avvocato Pavanetto: azione massiva per i risarcimenti. Tanti risparmiatori hanno chiesto aiuto a Federconsumatori
Il trader portogruarese Fabio Gaiatto
Il trader portogruarese Fabio Gaiatto

PORTOGRUARO. Dall’Emilia Romagna a Torino, da Genova a Milano: continuano a piovere dall’intero Nord Italia, e non solo da Veneto e Friuli Venezia Giulia, le richieste di aiuto dei risparmiatori finiti nell’orbita del gruppo Venice investment e delle sue società satellite, ricondotte dalla Finanza al trader portogruarese Fabio Gaiatto, 43 anni, in cella per associazione per delinquere, truffa aggravata, abusiva attività di gestione del risparmio, autoriciclaggio. L’esplosione mediatica ha incrementato telefonate e querele allo studio legale dell’avvocato Luca Pavanetto di San Donà di Piave, peraltro fiduciario dell’Adusbef, associazione riconosciuta dal ministero. In prima linea anche Federconsumatori. «Diverse persone si sono rivolte allo sportello di Pordenone chiedendo aiuto» sottolinea il presidente Gianfranco Tamburini, che osserva come il caso Venice sia l’ennesimo, dopo anni in cui si è assistito alla polverizzazione dei risparmi di tante famiglie del Triveneto.

IL RAGGIRO

«La dinamica del raggiro riferita dai nostri clienti è più o meno sempre la stessa. Sono stati attirati dal passaparola di conoscenti e parenti sui presunti lauti rendimenti. La voce si sparge e si moltiplicano gli investitori. Hanno affidato i loro risparmi gruppi di lavoratori o professionisti, intere famiglie. Lo schema Ponzi funziona così: con i soldi versati dai nuovi investitori pago i più vecchi, ma a un certo punto il sistema collassa e non riesce più a rimborsare i clienti».

Najima Romani, 31 anni, compagna di Gaiatto
Najima Romani, 31 anni, compagna di Gaiatto


LE RASSICURAZIONI

L’avvocato Pavanetto segue il caso Venice da un anno. I clienti delle società riconducibili a Gaiatto all’inizio erano titubanti a sporgere denuncia: riferivano che «ha detto che ci paga a gennaio e febbraio». «I membri del cerchio magico di Gaiatto – riferisce ancora Pavanetto – erano incaricati di diffondere i messaggi del trader. Alcuni dei miei assistiti mi hanno riferito di aver sentito voci della prossima apertura di una banca da parte di Gaiatto, che aveva per questo acquistato un immobile a Pieve di Soligo».

I TRUFFATI E IL RISARCIMENTO

C’è chi con diecimila euro di investimento riceveva 300 euro al mese e ha ordinato l’utilitaria nuova. C’è anche chi si è rovinato: famiglie che hanno investito tutti i loro risparmi, come il caso di una ragazza del Friuli Venezia Giulia che ha avuto problemi di salute e poi si è ritrovata pure senza un soldo a causa del Forex. Cosa consiglia ai truffati? «Innanzitutto di affidarsi a un professionista qualificato e di sporgere subito querela per poter partecipare all’azione di risarcimento dei danni. Senza colpevolizzarsi, se hanno consigliato l’affare alle persone a loro care. Va ricordato che la class action non è prevista nel nostro ordinamento. In un caso di questo tipo, invece, si può fare una costituzione di parte civile in maniera massiva, per avere un peso processuale importante, ma le querele non si possono cumulare in un’azione unica perché ogni caso è particolare, con importi e modalità diversi».

I RICORSI PER LA SCARCERAZIONE

Intanto, le difese dei quindici indagati sottoposti a misura cautelare (10 obblighi di dimora, 4 arresti domiciliari, 1 custodia in carcere) sono pronte a ricorrere al tribunale del riesame di Trieste per ottenere un affievolimento o la revoca della misura cautelare. L’avvocato Luca Ponti, che difende il principale indagato, il trader portogruarese Fabio Gaiatto, 43 anni, e l’avvocato Maurizio Miculan, che assiste Najima Romani, 31 anni, lignanese trapiantata a Portovecchio, stanno valutando anche di proporre l’istanza di dissequestro del patrimonio immobiliare del valore di 3,7 milioni di euro al tribunale di Pordenone.

Gli atti non sono ancora stati depositati: i legali stanno studiando più di 5 mila pagine, contenute nei faldoni dell’inchiesta, per preparare il ricorso. Con ogni probabilità l’istanza di riesame delle misure personali sarà depositata all’inizio della prossima settimana.
In carcere, al castello di Pordenone, Fabio Gaiatto, 43 anni, studia le carte e annota le sue osservazioni. Soltanto lui potrà ricostruire le iniziative finanziarie all’estero delle varie società a lui ricondotte dagli inquirenti. I flussi di denaro sono tracciati in entrata, ma non si conosce la destinazione. «In ogni caso nessuno ipotizza che Gaiatto lo abbia preso a titolo personale», ha precisato l’avvocato Ponti. Il trader, ritenuto dagli inquirenti la mente dell’associazione per delinquere, non si è lasciato abbattere dagli eventi. Fiducioso anche l’avvocato Remo Lot, che difende lo sportivo Massimiliano Franzin: «La situazione non è come è stata dipinta nell’ordinanza. Franzin era convinto della bontà dell’operazione e della capacità di Gaiatto di far fruttare il capitale». —
 

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