Maxi truffa delle auto Iva evasa per 7 milioni raggirati 60 veneziani

Il colossale giro d’affari smascherato dalla Procura di Udine Vendevano vetture fantasma, 20 indagati tra Veneto e Friuli



portogruaro. Venti indagati, 35 milioni e 870 mila euro di ricavi non dichiarati, 7 milioni e 200 mila euro di Iva evasa, 1.329 clienti raggirati nell’intera penisola, residenti in 97 province, fra i quali 170 hanno sporto querela per truffa, sequestri in Italia e all’estero per 5 milioni di euro: sono i numeri dell’operazione “Cars lifting”. L’inchiesta, coordinata dal pm di Udine Claudia Danelon e condotta dalla Guardia di Finanza di Pordenone, ha sgominato un’associazione per delinquere che commercializzava centinaia di veicoli, soprattutto auto di lusso, sottraendosi, però, secondo gli inquirenti, agli obblighi fiscali, nonché manomettendo i contachilometri dei mezzi. I prezzi stracciati delle auto hanno ingolosito centinaia di persone. Da marzo, quando sono scattate le cinque misure cautelari e i sequestri, a oggi, la Finanza ha arricchito il quadro. Il numero dei truffati è salito da 712 a 1.329. In Friuli se ne contano 188, per un valore delle transazioni di oltre 5,5 milioni di euro, in Veneto 265 (60 veneziani) per più di 7,7 milioni di euro (1,7 milioni nel Veneziano) di soldi investiti. Hanno acquistato auto “ringiovanite” o veicoli fantasma, ovvero mai consegnati. In Friuli la provincia più bersagliata è Udine: 108 casi, per 3 milioni di euro, segue Pordenone, con 1,9 milioni e 60 truffati, chiudono Gorizia e Trieste.

Gli inquirenti hanno scoperto che i chilometri percorsi venivano cancellati dal 50 al 70%, rendendo così le auto più appetibili agli ignari acquirenti. Le manomissioni, secondo le Fiamme gialle, venivano effettuatealla Casa del contachilometri a Padova e all’officina Riboni a Fregona. Gli uomini del colonnello Stefano Commentucci hanno inoltre accertato che il sodalizio ha incassato anticipi dai clienti per 2.150.000 euro senza però consegnare le auto. In alcuni casi lo stesso veicolo veniva venduto a più persone. La maggior parte dei guadagni è stata realizzata attraverso la società Autopiù srls di Padova.

Come facevano a evadere l’Iva? Acquistavano all’estero i veicoli, soprattutto in Germania. Il regime di reverse charge consente l’esenzione dal pagamento dell’Iva. Poi però, vendevano le auto ad acquirenti italiani, tramite annunci online emettendo fatture di vendita in cui veniva applicata l’Iva, ma senza versarla. La Finanza ha appurato che per la compravendita venivano utilizzate cinque società: Auto Wagen srl, Car &Car srl e Global Service srls di Roma, Studio auto di Minini Strukelj Lorenzo di Gorizia, Autopiù srls di Padova.

La Procura di Udine ritiene che tramite quattro agenzie di pratiche automobilistiche, la cui posizione è al vaglio (Quinto pratiche auto srl di Quinto di Treviso, d.i. Studio Giorgio Catese di Aprilia, Andrea Clazzer srl di Pomezia, Lo Presti & Guzzo di Palermo) siano stati presentati documenti falsi (o con firme contraffatte dei clienti) per immatricolare in modo fraudolento le vetture alle motorizzazioni di Treviso, Roma, Latina e Palermo. Se non si versa l’Iva, infatti, l’immatricolazione è respinta.

Alla lista dei 18 indagati (Andrea Frecentese, Marco Fois, Fabrizio Bruno, Stefano Miozzi, Joan Paolo Casula, Walter Fois, Manuela Messina, Lorenzo Strukelj Minini, Alessandra La Banca, Michela Lucarelli, Giorgio Catese, Andrea Clazzer, Monica Lo Presti, Lucia Dal Zilio, Francesco Perna, Davide Agnoluzzi, Antonio Riboni, Lucio Rebecca) si sono aggiunti Piero Mazzolo, 44 anni, cividalese, socio e preposto alle vendite di Cividale motori srl e Marco Dell’Isola, 30 anni, di Tavagnacco, addetto alle vendite della srl. Il pm ipotizza che siano stati coinvolti nell’immatricolazione e nella vendita di 6 auto acquistate all’estero senza versare l’Iva. Per altri due indagati è stata invece aggravata la misura cautelare. —

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