Maxi-truffa con carte clonate ai turisti
VENEZIA. Padre e figlio avevano architettato una truffa web (quasi) perfetta utilizzando carte di credito clonate. M.G, 57 anni, dipendente di una vetreria, e S.G. (30), dipendente di un negozio che vende souvenir a Rialto, entrambi residenti a Carpenedo, sono stati traditi dal fatto di essere affezionati, per i loro acquisti, soprattutto agli ipermercati della zona, l’Auchan in particolare. In due anni hanno acquistato merce per 400mila euro, poi rivenduta on line a un prezzo leggermente inferiore. Finchè non sono stati bloccati dalla Polizia postale di Venezia, intervenuta in seguito alle segnalazioni del servizio di sicurezza e vigilanza interna del centro commerciale mestrino.
L’operazione “Cash & Carry” comincia nell’aprile 2009. S.G., il figlio, lavora in un negozio che vende souvenir e altri prodotti per turisti nella zona di Rialto. Per lui, abile nell’utilizzo di uno skimmer, è un gioco da ragazzi impossessarsi dei numeri di carta di credito dei turisti stranieri che ogni giorno effettuano acquisti nel negozio in cui lavora.
Quei numeri verranno poi riportati su carte di credito clonate e abilmente contraffatte, tanto che all’apparenza potevano essere scambiate per carte autentiche dei principali istituti di credito. E, carta clonata alla mano, figlio e genitore si danno al loro secondo (in realtà primo per importanza) lavoro. Vanno al centro commerciale e comprano tutto quello che può essere comprato. In particolare prodotti elettronici, notebook, Ipad, computer, macchine fotografiche, televisori a Led, impianti stereo. Ma anche pneumatici, batterie per auto o carburante; non disdegnando mobili, attrezzi per bricolage e perfino prodotti alimentari.
Pagano con carta di credito esibendo un documento d’identità con foto vera, ma falsi nomi (Roberto e Vittorio Santi). Acquistano, tengono lo scontrino e, una volta a casa, mettono in vendita il prodotto su Internet a un prezzo leggermente inferiore a quello d’acquisto. Con l’accortezza, per essere credibili di fronte a un potenziale acquirente che potrebbe diffidare, di essere pronti a esibire lo scontrino (falsificato) dove c’è scritto che il pagamento è stato effettuato in contanti.
A cadere nella trappola sono stati i principali ipermercati mestrini. Il prediletto, comunque, era l’Auchan. E proprio questa predilezione (unita al particolare spirito d’osservazione di una cassiera) ha segnato l’inizio della fine dell’inganno (vedi pezzo a fianco).
I due mestrini sono stati prima filmati nel parcheggio del centro commerciale mentre caricavano la merce appena acquistata. Dalla targa dell’auto si è risaliti alla residenza.
L’abitazione dei due, a Carpenedo, era diventata una sorta di magazzino parallelo. Gli uomini della Polizia postale hanno sequestrato un ingente quantitativo di merce illecitamente acquistata per un valore di decine di migliaia di euro, oltre 70 carte di credito clonate e le due carte d’identità contraffatte. Hanno giocato sul fattore tempo: le contestazioni dell’acquisto, infatti, da parte dei turisti stranieri (un solo italiano tra i raggirati) avvenivano a distanze di settimane. Ma hanno commesso l’errore (fatale) di farsi vedere un po’ troppo spesso nello stesso posto.
Sono stati denunciati a piede libero per l’utilizzo illecito di carta di credito, truffa e falsità materiale, uso di documento contraffatto, con pene previste tra i 5 e i 10 anni.
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