Maxi truffa alle Poste «Condanne per 15 anni»

Portogruaro. La richiesta della pm per gli imputati accusati di associazione  a delinquere. Sarebbero riusciti a sottrarre 422 mila euro aprendo 102 conti 
PORTOGRUARO. Truffa alle Poste, la pubblico ministero Laura Cameli ha chiesto condanne per 15 anni e mezzo per associazione per delinquere, mentre le accuse di truffa e buona parte dei falsi sarebbero cadute in prescrizione. Ieri mattina in tribunale a Venezia, davanti al tribunale collegiale presieduto da Sara Natto (a latere Claudia Gualtieri ed Enrico Ciampaglia) si è celebrata la lunga udienza durante la quale sia la rappresentante della Procura, sia i difensori hanno tratto le proprie conclusioni.


La pubblico ministero Cameli ha chiesto 2 anni di reclusione per Gianni Fagotto, 64 anni, dipendente dell’Agenzia delle Entrate di Portogruaro, accusato di aver agevolato i truffatori poiché avrebbe fornito loro un gran numero di codici fiscali senza la documentazione prevista; 3 anni a Luca Pastrello, 44 anni di Musile e 3 anni e 6 mesi a Tobia De Antoni, 39 anni di Fossalta di Portogruaro, figure strategiche secondo la rappresentante dell’accusa in quanto promotori dell’associazione. Pastrello sarebbe riuscito a farsi erogare 38 prestiti per 192 mila euro, mentre De Antoni 33 prestiti per 174mila euro. E ancora 1 anno e 6 mesi a Fabiola De Antoni, 34 anni di Fossalta di Portogruaro; 2 anni e 6 mesi a Tiberio De Antoni, 63 anni, anch’egli di Fossalta di Portogruaro; 3 anni a Filippo Carrieri, 49 anni di Taranto. Chiesta l’assoluzione invece per Nicola Dimauro, 53 anni di Santeramo in Colle (Bari), Mauro Carbotti, 52 anni di Grottaglie (Taranto), Pierino Rossit, 47 anni di Portogruaro e Arcadio Zoccolan, 52 anni di Portogruaro.


Nel corso della mattinata si sono susseguite le arringhe delle difese che hanno sostenuto l’estraneità dei propri assistiti alle accuse mosse loro dalla Procura. Il collegio dei giudici ha aggiornato l’udienza al 20 dicembre per le eventuali repliche e la sentenza.


Dal procedimento è uscito a suo tempo, scegliendo la strada del patteggiamento, il vicentino Riccardo Tosetto che aveva trovato l’accordo con il sostituto procuratore per una pena di 1 anno, 8 mesi e 10 giorni. Stando alle accuse, Pastrello e Tobia De Antoni, grazie alla complicità di Fagotto, erano riusciti a ottenere decine e decine codici fiscali intestati a persone inesistenti e con quelli, aggiungendo altra documentazione fasulla, erano riusciti ad aprire 102 conti correnti in altrettanti uffici postali di Veneto, Friuli, Lombardia, Emilia Romagna, Puglia e Basilicata. In 81 casi erano riusciti ad avere prestiti, da un minimo di quattromila a un massimo di 10 mila euro, e avevano emesso assegni. In questo modo sarebbero arrivati a sottrarre alle Poste 422 mila euro.


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