Maxi spiegamento di forze per garantire la sicurezza

Impegnati almeno 150 agenti di polizia, oltre a polizia locale e agenti speciali. Mobilitati sommozzatori agli imbarcaderi, artificieri e cani antiesplosivo
Un sommozzatore della polizia impegnato nelle bonifiche
Un sommozzatore della polizia impegnato nelle bonifiche

VENEZIA. La regola principale è sempre la solita con gli americani: confermare tappe e percorsi delle autorità protette solo all’ultimo. E questo vale anche con i responsabili della nostra sicurezza che dovranno fare da cordone ai “protetti”, da oggi, venerdì 19, fino a domenica, a quattro donne della famiglia Obama.

Complessivamente saranno impegnati circa centocinquanta uomini delle forze dell’ordine ai quali vanno aggiunti gli agenti della polizia locale. La protezione stretta è affidata agli americani che lavoreranno in sinergia con uomini delle scorte della polizia. Tra questi alcuni agenti della Questura di Venezia fondamentali, soprattutto, per spostarsi con maggiore sicurezza tra calli e canali e poi agenti dei Nocs. Il reparto speciale della polizia, super addestrato e che spesso lavora con forze speciali di altri Paesi, è sempre pronto ad intervenire in caso di necessità. E sono sempre presenti nel caso di personalità a rischio.

Gli americani sono già stati a Venezia per tre sopralluoghi e hanno passato al setaccio i vari percorsi, valutandone i rischi e cercando di trovare quelli meno impattanti per la città, considerato che il corteo è composto da parecchie barche. Solo lo staff di Michelle è composto da una dozzina di persone. Per ogni percorso, stabilito per questi due giorni di permanenza in città, ne è stato studiato uno alternativo in caso di imprevisto. Gli spostamenti sono calcolati al secondo come vuole l’efficienza americana e nei tempi sono calcolati anche dei fuori programma. Del resto poi a Venezia e con due figlie adolescenti, Michelle Obama, giocoforza, deve mettere in conto anche delle tappe non previste. Basti pensare alla passione per i gelati italiani delle due ragazze.

Le bonifiche saranno fatte poco prima del passaggio e dell’arrivo del corteo nelle varie tappe. A Venezia, inevitabile, saranno impiegati i sommozzatori che controlleranno rive e imbarcaderi. I palazzi saranno verificati con l’utilizzo di unità cinofile antiesplosivo. Sempre sui luoghi della città saranno gli artificieri pronti a intervenire con il robot in caso di pacchi sospetti. Se oggi il programma prevede tappe classiche come la Basilica, il palazzo Ducale e la collezione Peggy Guggenheim, abbastanza facili da tenere sotto controllo per gli uomini della sicurezza. domani per un’ora i giardini della Biennale, dove è ospitato il padiglione degli Stati Uniti, resteranno praticamente chiusi al pubblico. Quindi la signora Obama, la madre e le figlie saranno portate a Murano per la visita a una fornace, non viene escluso un “salto” a Burano. In questi spostamenti in laguna sarà seguita anche da un elicottero della polizia. Sempre negli spostamenti la polizia userà, di scorta, anche le moto d’acqua. Pronti a intervenire anche dei tiratori scelti.

Lo staff della signora Obama ha voluto, comunque, che la visita fosse il meno impattante possibile per la città. A chiederlo è stata la stessa Michelle. Anche per smorzare tutte le polemiche nate negli Stati Uniti sui costi del viaggio, basti pensare che all’interno della Biennale resterà solo un’ora proprio per bloccare il meno possibile le visite. I giardini resteranno chiusi proprio perché altrimenti non sarebbe possibile garantire la sicurezza delle quattro donne Obama.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia