Maxi processo ai vongolari in aula bunker il pm chiede oltre 60 anni per 40 imputati
VENEZIA. C’è un «forte disvalore», secondo il sostituto procuratore Giorgio Gava, «nelle condotte di frode contestate in ambito commerciale, la cui normativa tecnica violata è ispirata da motivazioni di tutela della salute pubblica».
Questa la premessa alla base della richiesta di condanna per 60 anni e 5 mesi in totale per 40 imputati, parte dei quali veneziani, con 2 richieste di assoluzione, nel maxi processo ai vongolari giunto alle ultime battute in aula bunker a Mestre. Quanto alle ditte, il pm, che ha depositato una memoria conclusiva di 260 pagine, ha chiesto 735.378 euro di sanzioni e 442.218,5 euro di confische.
Gli imputati, finiti nell’inchiesta “Laguna Reset” della Guardia di Finanza che a maggio 2014 aveva portato 7 persone in carcere, 17 ai domiciliari, 16 con l’obbligo di dimora e 120 indagati, sono accusati di aver pescato in zone vietate (i finanzieri avevano scoperto imbarcazioni nelle zone del Tronchetto, di Fusina, di Campalto e delle Giare, in canali inquinati per il traffico, i vecchi scarichi delle fabbriche o i terreni provenienti dalla produzione industriale usati) o in presenza di fondali bassi utilizzando attrezzature vietate come la rasca o la turbosoffiante.
Dalla laguna veneziana in tutta Italia, in particolare in Campania e Sicilia, sarebbero stati commercializzati molluschi di frodo o senza documentazione sanitaria. Irregolarità sarebbero state riscontrate anche nelle annotazioni sui registri dei quantitativi, che sarebbero stati anche dimezzati rispetto a quelli effettivi. Di qui le accuse di danneggiamento e frode nel commercio e, per alcune posizioni, anche dell’associazione per delinquere.
Una trentina di imputati avevano già chiuso i conti con la giustizia con patteggiamenti o riti abbreviati. Quarantadue persone e 14 società (chiamate a rispondere per la responsabilità amministrativa) sono invece a processo davanti al tribunale collegiale presieduto da Stefano Manduzio. Ieri, in apertura di udienza, è stato risentito il consulente del pm sugli effetti della raccolta non controllata dei molluschi in laguna e sui provvedimenti delle istituzioni.
La richiesta di pena maggiore è quella per Mirco Pagan di Cavallino: 4 anni e 9 mesi. A seguire 4 anni e 4 mesi per Arnaldo Gregolin di Cavallino; 4 anni e 2 mesi per Amerigo Mantoan; 2 anni e 10 mesi per Giuseppe Ruggeri, 2 anni 4 mesi a Fabio Dei Rossi.
Queste le altre richieste di condanna: Cristofer Amadi 7 mesi e 15 giorni; Emanuele Arena 1 anno e 1 mese; Paolo Arena 1 anno e 1 mese; Goffredo Bergamo 1 anno e 10 mesi; Stefano Boscolo Bielo 1 anno e 9 mesi; Luca Boscolo Cegion 1 anno e 2 mesi; Renato Boscolo Cegion 1 anno e 10 mesi; Alex Boscolo Gioachina 1 anno e 2 mesi; Domenico Boscolo Meneguolo 1 anno e 10 mesi; Raffaele Busiello 1 anno; Carmela Cardinale 1 anno; Antonio Cavallari 1 anno; Jhonny Colosimo 10 mesi; Cristiano Crespina 1 anno; Giovanni D’Angelo 1 anno; Daniele De Grandis 1 anno e 8 mesi; Salvatore Fortunato 1 anno e 9 mesi; Giovanna Girace 1 anno e 5 mesi; Ignazio Iapicone 6 mesi e 15 giorni; Gabriele Montini1 mese; Roberto Nordio 9 mesi; Ilario Penzo 9 mesi; Francesco Ruggeri 1 anno e 6 mesi; Giuseppe Serra 1 mese; Carmine Sieno 11 mesi; Ciro Sieno 11 mesi; Enrico Sozio 2 anni e 3 mesi; Costantino Spalice 1 anno e 9 mesi; Domenico Tiozzo Brasiola 7 mesi; Denis Tiozzo 2 anni; Daniel Tiozzo Meo Ambrosi 9 mesi; Daniele Tiozzo Pagio 1 anno e 2 mesi; Robertino Varagnolo 1 anno e 11 mesi; Stefano Veronese 1 anno e 8 mesi; Paolo Zago 1 anno.
Chiesta l’assoluzione per Gennaro Marino e Antonio Topo.
Per il calcolo delle confische alle società coinvolte, il pm ha computato in via forfettaria per ciascun quintale di prodotto ittico di frodo gestito un profitto di 300 euro per quintale a livello dei conferimenti alle società titolari di stabilimenti attrezzati per la depurazione del prodotto ittico stesso, e di 350 euro per quintale a livello di commercio all’ingrosso.
Questi gli importi delle confische per equivalente. Società “All Black Gaeta srl”: 28mila euro; “Da.Mas. srl”56.413 euro; “Dami Fish sas”: 50.400 euro; “Distribuzione prodotti ittici Palermo sas”: 6.702 euro; “Figliolino & Figli sas”: 16.800 euro; “Gi.Ra. Mare srl”: 69.037 euro; “Ittica Mare srl”: 350 euro; “Cooperativa Logonovo”: 11.250 euro; “Mat Pesca srl”: 1.207 euro; “Agricola Moceniga Pesca & C ss”: 12.495 euro; “Cooperativa Onda Blu”: 1.365 euro; “Oplonti Ittica srl”: 177.800 euro; “Sacom srl”: 8.298 euro; “Top Sea Fish srl”: 2.100 euro. —
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