Maxi furto, l’ospedale non è assicurato

I ladri hanno svuotato il caveau, sprovvisto di allarme, portando via farmaci per duecentomila euro. Ci sono i filmati
Di Giovanni Cagnassi

Farmaci rubati, una pista internazionale dietro al furto commesso sabato scorso nella farmacia dell’ospedale. 200 mila euro di farmaci antitumorali portati e oltretutto neanche un’assicurazione a coprire il colpo. Una banda ben organizzata e attrezzata, probabilmente anche ben informata sul contenuto del caveau nei sotterranei dell’ospedale di via Nazario Sauro. Sembrano che siano andati a colpo sicuro a giudicare dal modus operandi. Ecco perché non si esclude potessero avere un informatore, o che abbiano accuratamente visionato i locali e l’ospedale per giorni prima di decidere il colpo nel fine settimana.

I ladri però sono stati immortalati da alcuni video in possesso degli inquirenti, che hanno filmato e registrato almeno quattro uomini che sono entrati in ospedale e hanno raggiunto rapidamente i magazzini farmaceutici. Hanno rubato medicine, per lo più costosi antitumorali che non sono facilmente reperibili in alcuni paesi esteri, per un valore attorno ai 200 mila euro.

I banditi sono entrati verso le 19 di sabato e hanno scassinato gli ingressi, varcando un paio di massicce porte metalliche davanti alle quali non hanno incontrato molte difficoltà, anche perché non è installato alcun allarme a protezione dei magazzini. Un paio di colpi ben assestati alle porte e agli infissi e sono penetrati rubando praticamente indisturbati. Quando hanno raggiunto il magazzino hanno fatto un’accurata selezione prelevando vari scatoloni di farmaci forniti dal servizio sanitario nazionale, poi infilati all’interno di sacche che avevano portato con sè per nascondere il bottino che altrimenti avrebbe destato qualche sospetto.

Farmaci molto costosi che possono essere rivenduti in paesi oltre frontiera, dove non sono così facilmente reperibili e per questo assicurano interessanti guadagni nella ricettazione. Alle spalle di questa banda, che pare avesse anche un palo all'esterno, ben attento a coprire le spalle, potrebbe esserci un’organizzazione internazionale che sta commettendo questi furti in tutta Italia. Molti altri nosocomi sono dunque a rischio in tutto lo stivale.

Il direttore generale dell’Asl 10, Carlo Bramezza, non ha voluto commentare questo fatto inquietante che rimette nuovamente in discussione l’intero sistema di sicurezza e sorveglianza dell'ospedale di San Donà.

Una struttura in cui è facile entrare e uscire senza troppi controlli, dove in passato ci sono stati piccoli furti, segnalate persone balorde e pericolose. «Le indagini sono in corso», si è limitato a dire il direttore generale dell’Asl 10, «e per il momento non possiamo commentare anche per non creare problemi agli inquirenti che sono già a buon punto».

Le immagini delle videocamere risultano particolarmente nitide e avrebbero consentito ai carabinieri della compagnia di San Donà di trovare alcuni particolari molto utili per risalire all'identità del commando che ha operato sabato sera e i movimenti prima e dopo il furto. Ma, al momento, non trapela nulla dalla sede della compagnia in via Carbonera, dove gli investigatori dell'Arma sono all'opera con una squadra che si è concentrata su questo furto inedito per il territorio.

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