Maxi frode fiscale, le aziende coinvolte

Ecco i nomi delle ditte della Riviera e del Miranese scoperte dalla Finanza e implicate nel vorticoso giro di fatture false
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PIAZZA SAVELLI 120, UFFICI DELLA DITTA A.GE SRL
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PIAZZA SAVELLI 120, UFFICI DELLA DITTA A.GE SRL

VIGONOVO. Ci sono aziende dell’area della Riviera del Brenta e del Miranese fra quelle scoperte dalla Guardia di Finanza di Mirano coinvolte nell’inchiesta della Procura di Padova sulla “fabbrica delle frodi” specializzata nella produzione di falsa documentazione finalizzata all’evasione fiscale.

Alla guida dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, c’erano Salvatore Lazzarin, 64 anni (detto Toni) di Dolo e Massimo Carraro, 53 anni di Padova. Dalla magistratura i due sono ritenuti i i promotori e organizzatori dalla banda. In tre anni, dal 2011 al 2013, solo loro due avrebbero incassato un profitto complessivo di oltre due milioni di euro. La frode complessiva al fisco, secondo le indagini, sarebbe èdi circa 150 milioni di euro.

In Riviera del Brenta era coinvolte ad esempio le ditte individuali di Vigonovo i cui titolari sono cittadini di paesi dell’Est Europa Marek Cebula e Sobiech Pawel Dariutz. L’azienda di Dariutz ha sede a Vigonovo in via Napoli 94 e “si occuperebbe” di commercio all’ingrosso di fibre tessili semilavorate secondo le indagini. Ma non è così. Il titolare non ha mai presentato dichiarazione dei redditi e la sede dell’azienda non ha alcuna struttura nè commerciale nè produttiva nonostante abbia registrato un imponibile nel 2013 pari a 505 mila euro per oltre 106 mila euro di Iva.

L’uomo era un prestanome, i gestori erano Lazzarin e Carraro. La “fabbrica delle frodi” si era allargata anche al “giro dell’acciaio” coinvolgendo secondo la Procura di Padova due aziende della zona: la Zara Metalmeccanica srl che si trova in via delle Industrie a Dolo (produce strutture e parti metalliche) e la Beato Edoardo Materiali Ferrosi Srl che ha sede invece al civico 167 di Caselle di Santa Maria di Sala e si occupa di commercio all’ingrosso di materiali ferrosi. Il coinvolgimento delle aziende è emerso dalle conversazioni intercettate dalla Procura fra Anna Naletto 51 anni di Mira, una degli indagati finita agli arresti domiciliari e un responsabile aziendale di una delle due realtà produttive.

L’azienda Zara in particolare, si è avvalsa dei servizi della “banda della frode” per i rapporti con i propri fornitori. Va ricordato che sono venti i padovani tra imprenditori e manager finiti nell’inchiesta. La Guardia di Finanza ha contestato agli amministratori delle società in questione la violazione del decreto 74/2000 con riferimento all’utilizzo di documentazione fasulla. La somma più rilevante di evasione è quella contestata alla società Novaedil srl di San Martino di Lupari: oltre 1 milione di imponibile complessivo risultante da operazioni inesistenti e un’Iva di 243 mila 182 euro.

La notizia degli arresti è sulla bocca di tutti in Riviera del Brenta. Salvatore Lazzarin infatti era originario, con la famiglia, della frazione pianighese e solo da qualche anno si era trasferito a Dolo. Una decina di anni fa Lazzarin era titolare di una azienda che si occupava di riciclo di materiale tessile di scarto che aveva sede ad Arino. Poi si è rilanciato nel settore immobiliare. Molto conosciuto anche Cesare Zanin, 54enne di Vigonovo. È imprenditore che si occupa di riciclo di materiale plastico: è stato infatti assessore per due mandati e alle ultime elezioni comunali era in lista con una civica. Ha ricevuto molti riconoscimenti nel campo lavorativo, grazie alle sue opere di beneficenza.

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