Maxi-conto in osteria a Venezia, gli albergatori offrono due notti ai turisti giapponesi
VENEZIA. Mentre la maxi-stangata rifilata a quattro turisti giapponesi dall'osteria da Luca di San Marco - oltre 1100 euro per quattro fiorentine e una frittura di pesce - sta facendo letteralmente facendo il giro del mondo, facendo fare una figuraccia mondiale alla città, pur non essendo minimamente coinvolta l’Associazione Veneziana Albergatori ha deciso di offrire un pernottamento di due notti in un hotel a 4/5 stelle ai 4 turisti giapponesi protagonisti della disavventura.
«L’associazione, conscia del proprio ruolo a livello cittadino e istituzionale – spiega il presidente Vittorio Bonacini - si rende conto del grave danno che l’episodio che ha visto coinvolti i 4 turisti giapponesi sta comportando all’immagine della città e alla capacità di accogliere sotto il profilo qualitativo chiunque desideri venire a vivere a Venezia un’esperienza di arte vita e cultura. Dopo un rapido giro di consultazione a livello di consiglio direttivo abbiamo, così, deciso di offrire alle 4 persone che hanno vissuto una disavventura e un’esperienza non gratificante nella nostra città un soggiorno di due notti in un hotel 4/5 stelle da sfruttare in un periodo da concordare».
Per accettare l’invito dell’Ava i 4 turisti giapponesi dovranno prendere contatto con gli uffici dell’associazione, dimostrare che sono i protagonisti della disavventura e concordare il weekend per il quale usufruire delle due notti di ospitalità.
«Evidentemente tutto questo è gran poca cosa relativamente al danno creato alla città e alla figura di coloro che professionalmente ogni giorno esercitano la loro attività nella nostra città e che si occupano di turismo – prosegue Bonacini - Questo, però, rientra nei nostri compiti, nelle nostre facoltà e possibilità e non ci tiriamo di certo indietro. Anzi, ne approfitto per rivolgere un appello a tutti coloro che operano nel delicato mondo del turismo per fare in modo che episodi del genere non accadano di nuovo. E’ troppo importante il nostro ruolo e il nostro lavoro per stare fermi e subire le critiche che ha scatenato lo spiacevole fatto. Questo, dunque, è il nostro modo elegante per dimostrare che Venezia è soprattutto un’altra».
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