Matteo, da vittima di bullismo a manager
SCORZÈ . La sua storia è nata una trentina d’anni fa ma è più che mai attuale. Matteo Favaro è un 40enne di Scorzè; vive un’infanzia non facile, provenie da una famiglia dove i genitori non hanno tempo di occuparsi di lui: papà Franco è un operaio e lavora tutto il giorno, mamma Luisa ha anche i genitori e altri familiari cui badare. Matteo è un bambino taciturno, introverso, e a scuola i compagni faticano ad accettarlo.
Viene escluso, preso di mira e anche le maestre non lo vedono di buon occhio. Vive da emarginato dentro a quelle classi e il problema si pone alle elementari e, soprattutto, alle medie. Subisce anche episodi di bullismo e così è affidato a insegnanti di sostegno. Una vita difficile per il giovanissimo Matteo che decide a un certo punto di reagire.
E infatti, quel Matteo Favaro oggi ha due lauree, in Matematica e in Economia internazionale a Padova, ha dato e dà ripetizioni agli studenti e lavora come manager in un’azienda della zona, dopo aver aiutato a completare gli studi il secondogenito e la moglie del titolare. E poi scrive libri: il suo primo, dal titolo eloquente “La rivincita di uno sfigato” (edito da Sensoinverso), sarà presentato oggi alle 17 in Villa Orsini a Scorzè.
«Le elementari e le medie» racconta Favaro, «sono stati gli anni più difficili. Spesso i docenti non avevano tempo per me, mi consigliarono un istituto professionale, invece m’iscrissi al liceo scientifico Majorana-Corner di Mirano». Sono stati gli anni della svolta, perché iniziò il suo crescendo.
«Mi è sempre piaciuta la matematica, la geometria», racconta, «e da grande pensavo di fare l’insegnante. Dopo il diploma, m’iscrissi a ingegneria informatica ma, non avendo le basi di programmazione, feci molta fatica. Mi fermai un anno per problemi di salute, poi scelsi d’iscrivermi a Matematica, riuscendo ad arrivare alla fine nel 2005. Sempre con l’idea di fare il docente, capii presto che non sarebbe stata la mia strada; per proseguire gli studi necessari servivano soldi ma non ne avevo abbastanza, davo ripetizioni ad altri ragazzi e, dopo qualche esperienza negativa con dei privati, decisi di cambiare obiettivo nel 2011, laureandomi in Economia internazionale tre anni dopo». Ma Matteo guadagna poco e cerca nuovi sbocchi professionali. La svolta arriva tramite Facebook.
«In un gruppo di studenti», spiega ancora Favaro, «mi capitò di leggere la richiesta di aiuto di un ragazzo. Cercava qualcuno che lo aiutasse in Statistica e si diceva disposto a pagare bene. Così scelsi di aiutarlo come ho fatto con altre persone. Scoprendo poi, che suo padre era un grosso industriale della zona. Grazie al mio aiuto, il giovane è riuscito a laurearsi e, come ricompensa, mi ha fattoassumere. Ora sono il responsabile del controllo di gestione».
Matteo nella primavera dello scorso anno, spinto anche dalla mamma, ha deciso di mettere nero su bianco la sua storia e raccontarla.
«Il mio libro vuole essere un messaggio di fiducia e speranza per i ragazzi», spiega, «un invito perché attraverso l’impegno e dando sempre il massimo si possono ottenere dei risultati. Mi piacerebbe lavorare nell’industria aerea; mi piace viaggiare, lo faccio da solo, sono innamorato della Romania e della Transilvania ma sono stato pure in Grecia, Svizzera, Spagna, Regno Unito. A breve uscirà un fantasy thriller “Gli occhi di Sibiu”, l’anno prossimo pubblicherò un mystery thriller “Il culto di Saturno” e nel 2020 un altro thriller, stavolta psicologico, “Il progetto Valhalla”».
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