Matrimoni religiosi da annullare, domande in aumento
Sempre più persone si rivolgono al tribunale ecclesiastico regionale Triveneto con sede a Zelarino per ottenere il riconoscimento della nullità del matrimonio. Un passepartout indispensabile per un cattolico praticante per potersi risposare. Nel corso del 2017 sono stati 233 i libelli presentati, ovvero le domande corredate della documentazione per avviare la pratica. Un dato in aumento rispetto al 2016, quando i libelli erano stati 207, e al 2015, con 168. Stando ai numeri, si replica la situazione degli anni 2008-2009. Il numero della cause decise (le cui sentenze sono state pubblicate o in cui è stato emesso il decreto di archiviazione) è aumentato in modo significativo rispetto agli anni precedenti. Sono state portate a termine 175 cause, di cui 3 trattate con il cosiddetto processo brevior e decise affermativamente. Aumentano però anche le cause pendenti, ovvero quelle in attesa di una sentenza di primo grado che anche quest’anno superano il doppio delle cause concluse. Al 31 dicembre 2017 i libelli pendenti erano 483, contro i 352 di due anni prima. Un “male”, quello dell’arretrato imponente, che attanaglia il tribunale ecclesiastico come quello ordinario.
Tra i capi di nullità introdotti e decisi vi è da rilevare la notevole incidenza dei capi relativi all’incapacità di assumere le obbligazioni essenziali del matrimonio e all’esclusione dell’indissolubilità del vincolo e della prole. Inoltre, nelle 175 cause terminate si è registrato un numero di cause, ben 44, in cui la parte convenuta è risultata assente o irreperibile. Un aspetto, questo, che può comportare un allungamento dei tempi processuali per garantire il diritto di difesa.
Da segnalare anche il significativo calo delle cause in appello: sette procedimenti su dieci sono stati impugnati dopo che in primo grado era stata data risposta negativa.
I dati sono emersi nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del tribunale ecclesiastico regionale Triveneto che si è tenuta nei giorni scorsi. Il vicario giudiziale, monsignor Adolfo Zambon, ha tracciato un bilancio dell’attività giudiziaria svolta nel corso dell’anno alla presenza del patriarca Francesco Moraglia, degli avvocati e degli operatori del settore. Ad illustrare i dati statistici del 2017, gli avvocati Alessandra Marchi e Gloria Bregant, iscritte all’albo degli avvocati del tribunale ecclesiastico regionale Triveneto. Tra i principali capi di nullità su cui il tribunale è stato chiamato a giudicare nel corso del 2017, il “grave difetto di discrezione di giudizio circa i diritti e i doveri essenziali del matrimonio” e “l’incapacità di assumere le obbligazioni essenziali del matrimonio”. Tra le 233 cause intentate nel corso del 2017, 4 provengono dal Patriarcato di Venezia (erano 9 nel 2016 e 11 nel 2015), 3 dalla Diocesi di Chioggia, 6 da quella di Concordia-Pordenone, 31 da Treviso e 47 da Padova.
Rubina Bon
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