Materazzo: «Tranquilli l’Ascom non chiuderà»
MIRA. L’Ascom della Riviera del Brenta viene espulsa da Confcommercio, ma da Ennio Matterazzo, presidente l’associazione, che ha la sua sede principale a Mira e una distaccata a Dolo, parte una difesa decisa e un messaggio chiaro: non si chiude e si farà di tutto per garantire il posto di lavoro alle 20 dipendenti.
A livello di Confcommercio provinciale e regionale si stima che il debito dell’associazione dei commercianti della Riviera (che conta più di 500 aziende nel comprensorio) si aggiri sui 2 milioni di euro.
Si tratta di debiti che riguardano mancati versamenti delle quote Inps, del Tfr e altri debiti deriverebbero da mancati versamenti di Iva e Irpef.
Fra i motivi che hanno decretato l’avvio della procedura di espulsione dell’Ascom della Riviera ci sono: la mancata convocazione degli organi associativi e gravi carenze nella gestione dell’elenco associati. Fra i problemi anche le difficoltà di Ascom Servizi società collegata a Ascom della Riviera del Brenta.
A far fronte a tutte queste accuse c’è solo il presidente Ennio Matterazzo: «Intanto finora di fronte ad un dissesto provocato dalla crisi economica siamo riusciti a garantire il posto di lavoro alle nostre 20 dipendenti. Chi dice che chiudiamo si sbaglia. Stiamo lavorando per ripartire e sarà fatto anche all’interno del sistema di Confcommercio. Chi mi accusa di aver mantenuto la doppia carica di direttore e presidente dimentica che quando ho avuto le cariche non ho chiesto alcun compenso per nessuna delle due visto che vivo con i soldi della mia pensione».
Il personale dipendente dell’Associazione e della società di servizi (20 persone) si schiera: «Ad oggi tutto il personale», spiega una nota delle dipendenti, «ritiene opportuno assicurare gli associati, di aver sempre agito correttamente e con massima responsabilità al fine di garantire lo svolgimento dei servizi. A questo proposito possiamo confermare che il passivo riguarda solo oneri previdenziali e fiscali del personale dipendente, nonché oneri di gestione dell’Associazione stessa. Non riguarda in nessun modo né imposte né contributi né altri oneri pagati dai nostri associati».
C’è però preoccupazione. «Oggi dobbiamo fronteggiare una situazione non facile», spiegano le lavoratrici, «sia a livello umano sia a livello lavorativo che avrà delle ripercussioni. Non si getti fango sulla nostra professionalità e nei confronti del nostro presidente Ennio Matterazzo che ha sempre agito nel massimo interesse in primo luogo degli associati, dell’associazione e dei dipendenti. Ai nostri associati, assicuriamo di essere qui, nelle solite sedi, a fare il nostro lavoro al loro servizio e con immutato impegno»
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