Masterplan aeroporto appello al Ministero contro il sì regionale
Il via libera della Regione al Masterplan di Save solleva critiche e perplessità. «Stupisce che un presidente come Zaia che non perde occasione di dire che questo è un Governo centralista che viola le autonomie locali», interviene il segretario del Pd di Favaro e Dese, Gabriele Scaramuzza, «quando si tratta di Aeroporto invoca il centralismo e fa strame delle autonomie locali, Zaia non riconosce la volontà dei territori e soprattutto non riconosce le compatibilità ambientali e la necessità di una vera salvaguardia dell’ambiente. Le prescrizioni che la commissione Via ha posto, non sono altro che dei pannicelli tiepidi con cui la stessa commissione cerca di salvarsi la coscienza: serve a questo punto un intervento anche a livello nazionale e io credo che toccherà chiedere conto al ministro dell’Ambiente se è giusto e legittimo che un territorio sia sottomesso alle volontà di un privato o se si possa aprire davvero un ragionamento su uno sviluppo industriale dell’Aeroporto rispettoso e che garantisca capacità di crescita e compatibilità ambientale con il territorio intorno». Aggiunge: «La logica dello sviluppo senza compatibilità ambientale l’abbiamo già sperimentata in questa città, ha causato disastri ed è un paradigma che da qualche decennio ci siamo lasciati alle spalle: questa città ha pagato troppo in termini di grandi opere e gigantismi vari».
«È allucinante», commenta il capogruppo del Pd di Favaro, Alessandro Baglioni, «la Via regionale in parole povere dice che prima viene l'aeroporto e poi tutto il resto. Peggiorano i vari parametri ambientali, ma tanto sono già cattivi. C'erano aree tutelate (laguna, centri abitati ecc...) ma bisogna adeguarsi all'Enac. Si subordina tutto all’Aeroporto: residenza, ambiente, Venezia, si possono mettere tutti i vincoli che vogliamo, ma è la cittadinanza che deve adeguarsi». Aggiunge Baglioni: «Nessuno dice che l’Aeroporto vada contrastato, ma siamo a Venezia, i vincoli non solo là per caso, sono per tutelare valori riconosciuti a livello internazionale, un ecosistema delicatissimo, unico, sembra che si stia perdendo il senso della misura».
Marta Artico
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