Massacra di botte la moglie e chiama i soccorsi: «L’ho ammazzata»
Lui, Natalino Boscolo Zemello, 35 anni ex pescatore, era agli arresti domiciliari. La vittima è Maila Beccarello, 37 anni, ex parrucchiera

CAVARZERE FEMMINICIDIO IN VIA REGINA MARGHERITA 13
Cavarzere. Uccisa a botte dal marito: il luogo del delitto
CAVARZERE. L’ha ammazzata con le sue mani, le stesse con cui avrebbe dovuto abbracciarla. Le ha dato così tante botte da renderla irriconoscibile. Dentro casa e in giardino. Forse per infierire ha usato anche una sedia di plastica rimasta vicino alla porta d’ingresso sporca di sangue.

Macchie rosse anche sul muro esterno, sul pavimento, dentro la casa. Tradita da quell’uomo che aveva sposato nel 2011: Maila Beccarello, parrucchiera di 37 anni compiuti giovedì scorso, oggi impegnata in piccoli lavori, cresciuta a Santa Maria di Sala, è morta all’alba di ieri nella casa di Cavarzere dove era arrivata con il marito da poco più di un anno.

«Venite, l’ho ammazzata di botte»: Natalino Boscolo Zemello, 35 anni, ex pescatore di Sottomarina, ha chiamato il Suem verso le 6. L’aggressione sarebbe maturata nell’ora precedente. A muovere l’uomo sarebbe stata l’ossessione di un presunto tradimento, una gelosia diventata violenza. È stato un raptus che si è innestato in un contesto di tensione di coppia. Maila non aveva mai denunciato il marito per maltrattamenti, anche se a Cavarzere si racconta che la parrucchiera si vedesse di frequente in giro con gli ematomi sul viso. E questo nonostante l’immagine di coppia serena, a manina durante le passeggiate, che Maila e Natalino facevano trasparire. A conferma delle voci, le pesantissime parole del fratello della vittima, Alessandro, ieri su Facebook: «Le dava sempre le botte e lei non lo ha mai denunciato».

CAVARZERE FEMMINICIDIO IN VIA REGINA MARGHERITA 13
Natalino Boscolo Zemello era agli arresti domiciliari nella casa al civico 13 di viale Regina Margherita da luglio 2017. La coppia era in affitto e da qualche mese non pagava e dunque c’era lo spettro dello sfratto. Natalino doveva scontare 1 anno e 8 mesi patteggiati per tentata estorsione. Un fatto del 2014, un presunto credito di 600 euro che l’uomo sosteneva di avanzare, tanto che si sarebbe presentato a riscuoterlo con una pistola. Era stato assolto dall’aver portato fuori casa l’arma grazie anche alla testimonianza di Maila che aveva confermato come il marito non avesse una pistola. Nel suo passato anche qualche violazione legata all’attività di pesca. I carabinieri lo definiscono un “detenuto modello”: era autorizzato a uscire un paio d’ore tre volte alla settimana per le spese e non aveva mai sgarrato gli orari di rientro, né aveva dato altri problemi. Era così attento a non infrangere i domiciliari che aveva chiesto l’autorizzazione all’Arma per stare in giardino. Era Maila che aveva accettato di accoglierlo ai domiciliari, era lei che si presentava in caserma per carte e richieste. Mai una parola sulle botte.
All’alba Boscolo Zemello ha perso la testa. Dopo aver chiamato il 118, ha trascinato in giardino il corpo della moglie, si è cambiato i vestiti sporchi e ha cercato di pulire il sangue in casa. Poi ha atteso i soccorsi, arrivati assieme ai carabinieri allertati dal 118. In un primo tempo ha cercato di fare marcia indietro rispetto a quanto aveva detto nella telefonata: «È caduta». Una scusa, questa, che forse Maila aveva usato chissà quante altre volte per giustificare quelle botte sul viso. Poco dopo è crollato. In preda all’agitazione ha urlato, imprecato, si è disperato. «Portatemi via», ha detto ai militari. Trasferito in caserma a Chioggia - non senza difficoltà visto che ha seminato il caos nell’auto di servizio - è stato formalizzato l’arresto per omicidio volontario, su disposizione del pm Stefano Buccini. In serata è stato portato in carcere a Venezia, in attesa dell’interrogatorio di convalida - difeso dall’avvocato Andrea Zambon - dove potrà dare le prime spiegazioni. Molti i punti ancora da chiarire, su cui sono al lavoro i carabinieri della Compagnia di Chioggia, guidati dal capitano Francesco Barone, e della stazione di Cavarzere. A partire da dove è stata uccisa Maila, se in casa o in giardino.
Il lavoro del reparto scientifico dell’Arma è proseguito fino in tarda mattinata. Poi la vecchia casa su due piani - dove fino a qualche giorno fa viveva anche la mamma di Maila - è stata sequestrata. Portati via i quattro cani bull terrier, la passione della coppia. In giardino restano i panni stesi, una bici lasciata su un fianco e i segni della mattanza all’alba. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video