Marvis aveva partecipato al furto di due trattori
ERACLEA. Era una notte di primavera, nell’aprile scorso, quando il nome di Marvis Zabotto finì sulle cronache dei giornali per un furto di trattori, dalla dinamica clamorosa, nelle campagne tra Caorle ed Eraclea che conosceva benissimo, palmo a palmo.
Il colpo venne organizzato all’azienda agricola Pasti di Sa Giorgio di Livenza. Assieme a lui c’erano Manuel Vidali (25 anni, di Eraclea), Armin Dzolic (19, di San Stino), e Mauro Fregonese (22, di San Donà). Un custode dell’azienda agricola Pasti si era accorto che ignoti avevano appena trafugato due grossi trattori dall’interno di un’autorimessa. Le segnalazioni giunte alle forze dell’ordine parlavano di due trattori, seguiti a breve distanza da un’autovettura, una civetta. Le ricerche si erano estese a tutta la zona attorno all’azienda agricola e all’area verso Eraclea, dando presto esito positivo.
Dapprima, infatti, i carabinieri hanno rintracciato l’auto nella zona di Cavanella di Caorle, con a bordo due persone poi risultate essere Fregonese e Dzolic. Poco dopo, all’altezza di via Senzielli, non lontano dall’incrocio con la Provinciale 59, venivano rintracciati dalle forze dell’ordine anche i due trattori risultati rubati dall’interno dell’azienda agricola. Delle due persone che si trovavano alla guida dei mezzi agricoli, però, non c’era alcuna traccia. Si erano già dileguati nei campi, dopo aver abbandonato i trattori. I due mezzi sono stati così recuperati e successivamente restituiti al legittimo proprietario.
Le indagini delle forze dell’ordine sono invece proseguite senza sosta, finché i carabinieri non sono riusciti a identificare anche le altre due persone sospettate di aver compiuto il furto e di essersi poi messe alla guida dei trattori rubati. Così scattarono le manette anche per Vidali e Zabotto. Per tutti e quattro gli arrestati l’accusa era stata di furto aggravato, oltre che di danneggiamenti. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Pordenone.
Gli inquirenti si erano riservati all’epoca di appurare se i quattro arrestati potevano essere anche gli autori di ulteriori episodi di danneggiamenti avvenuti nei confronti di altre aziende agricole del territorio, anche di recente. Episodi che si sono verificati suscitando diverso allarme e che si ripetevano praticamente da un anno e mezzo, grosso modo dalla fine del 2012. Il maggio scorso arrivò l’esito del processo per direttissima. Per certi versi clamoroso. Vidali si accordò con il giudice di Pordenone per andare a lavorare gratis nei campi di Pasti, espiando così il suo debito con lui e la giustizia. Zabotto, che era incensurato, ottenne la sospensione di 6 mesi e 20 giorni di pena. Aveva saldato il suo debito con la giustizia e si era riscattato. Il destino però lo ha atteso al varco ieri mattina e non gli ha permesso di proseguire in questa vita.
Rosario Padovano
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