Martina, prime richieste di adozione

Santa Maria di Sala, i medici hanno sottoposto la piccola a tutte le visite necessarie e l'hanno vaccinata contro l’epatite B. La degenza sarà almeno di un mese

SANTA MARIA DI SALA. Martina ha già lasciato la termoculla e ora dorme con gli altri neonati al nido del reparto di Pediatria di Mirano. Ha anche già iniziato a mangiare, latte artificiale, dal biberon. È una bambina forte, dicono in reparto e d’altronde lo ha ampiamente dimostrato al mondo sopravvivendo all’abbandono drammatico della madre, che giovedì pomeriggio l’ha lasciata davanti alla porta della canonica di Santa Maria di Sala, dentro una borsa della spesa. A trovarla è stato il parroco del paese, don Paolo Cecchetto, che poi l’ha affidata alle cure delle suore dell’asilo, chiamando l’ambulanza e i carabinieri. Prime cure sul posto: i medici del Suem hanno dovuto subito “clampare” il cordone ombelicale, adagiando la piccola sulla scrivania di don Paolo. Poi la corsa in ospedale.

Emozione in ospedale e in parrocchia per la piccola Martina

Ora Martina è la beniamina del reparto di Mirano: i medici l’hanno sottoposta a tutte le visite necessarie e, come spiega il primario Luca Vecchiato: «Non conoscendo la storia clinica della madre, è stata vaccinata, in particolare contro l’epatite B, come da protocollo. Ora sta bene, mangia e dorme in una culla aperta, insieme agli altri neonati e i parametri vitali sono a posto». La sua sarà comunque una degenza lunga: almeno un mese, forse anche di più, tanto servirà per avviare le pratiche di affido e adozione, che scatteranno passati i canonici dieci giorni dalla denuncia di nascita.

Tra quindici giorni è prevista la visita dei responsabili del tribunale. E molte famiglie si sono già fatte avanti con il sindaco del paese e con il parroco per chiedere di poter adottare la piccola, un percorso che però dovrà essere fatto con cura e con calma. Anche perché intanto proseguono a ritmo serrato le indagini per rintracciare la madre naturale della piccola. Se ne stanno occupando i carabinieri della stazione di Mirano, che già giovedì sera avevano diramato a tutti gli ospedali delle provincie di Venezia, Padova e Treviso una nota per verificare l’eventuale accesso della madre della piccola al servizio sanitario, per ora, tuttavia, senza riscontro. Al vaglio anche i filmati di tutte le telecamere del centro di Santa Maria di Sala, anche se nessuna risulta puntata sul luogo del ritrovamento.

Neonata abbandonata in un sacchetto davanti alla chiesa. Salvata dal parroco

I carabinieri hanno anche sentito i residenti che abitano vicino alla chiesa, per raccogliere eventuali testimonianze, nessuno però sembra essersi accorto di nulla. Martina pare sbucata dal nulla. Di razza bianca europea-caucasica, la madre potrebbe essere italiana o originaria dell’Est Europa. Nel frattempo i militari hanno inviato una relazione alla Procura della Repubblica e a quella dei minori, che dovrà ora avviare la pratica per l’adottabilità.

A chiamarla Martina sono state, insieme alle ostetriche, due giovani infermiere del reparto, Laura Colizza e Arianna Zoccarato, che per prime l’hanno accolta martedì sera in ospedale e si sono prese cura di lei. «Un’emozione indescrivibile», raccontano, «la coccoliamo tutto il giorno, qui i bebè sono tutti speciali ma lei lo un po’ di più». Non sapevano nemmeno che don Paolo, dopo averla raccolta da terra, l’aveva affidata, in attesa dell’arrivo dei soccorsi, a una delle religiose dell’asilo di Santa Maria di Sala, suor Marta. Coincidenze che in paese oggi tutti preferiscono chiamare miracoli quotidiani.

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