Marseglia conquista anche Ca’ Sagredo
VENEZIA. Anche Ca’ Sagredo «conquistato» dal gruppo Marseglia. Il prestigioso palazzo settecentesco sul Canal Grande - decorata da affreschi e Giambattista Tiepolo, Pietro Longhi e Sebastiano Ricci tra gli altri - che ospita l’omonimo hotel a cinque stelle, si appresta a diventare a tutti gli effetti di proprietà della società guidata dall’imprenditore pugliese Leonardo Marseglia, che ha già acquistato da qualche anno l’Hilton Molino Stucky e ha già acquisito anche l’area dell’ex Orto Botanico di San Giobbe, per cui presenterà prossimamente al Comune anche il progetto per la realizzazione di un nuovo albergo cinque stelle con il marchio Canopy, sempre legato alla catena Hilton. Le operazioni dell’ex Orto Botanico di San Giobbe e di Ca’ Sagredo sono in qualche modo legate. Entrambi infatti appartenevano all’imprenditore calabrese Giuseppe Malaspina - con qualche problema con la giustizia - le cui società sono entrane fallite. Marseglia aveva già rilevato con un altra sua società i debiti della San Giobbe srl - la società di Malaspina poi fallita - e ha fatto altrettanto per quelli della Gimal Hotel srl e della Ca’ Sagredo hotel srl - anch’esse fallite - che avevano appunto la proprietà di Ca’ Sagredo, accendendo così un’ipoteca sull’immobile. Malaspina è in realtà di fatto ancora presente nella gestione di Ca’ Sagredo attraverso un’altra sua società, la Sagredo Hotel, il cui amministratore è la moglie dell’imprenditore Adriana Foti e le quote sono invece di proprietà della figlia dell’imprenditore.
Marseglia starebbe però per proporre un concordato fallimentare in cui si impegnerà a pagare in un unica soluzione tutti i creditori delle società di Malaspina, per un totale di oltre 61 milioni di euro. Tra di essi c’è lo stesso Comune di Venezia, per Imu e Ici non pagate dal’hotel Ca’ Sagredo per oltre 800 mila euro. A quel punto Marseglia - nel giro di qualche mese - diventerà a tutti gli effetti l’unico proprietario di Ca’ Sagredo perché i Malaspina sarebbero costretto a uscire anche dalla gestione dell’hotel, senza rischi però per il personale. Evidente a questo punto l’interesse dell’imprenditore pugliese a creare un proprio polo alberghiero del lusso a Venezia, affidando soprattutto la gestione al gruppo Hilton. Uno sbarco favorito dal fatto che il gruppo pugliese - con un fatturato annuo di circa 700 milioni di euro, legato in particolare alla sua posizione di leader mondiale nella lavorazione e nella commercializzazione degli oli vegetali - ha una potenza economica che gli consente queste operazioni di diversificazione alberghiera senza dover ricorrere ai prestiti bancari, quelli che sono stati fatali ad esempio al gruppo Acqua Marcia, che già deteneva lo Stucky prima di lui. La tappa successiva - se la trattativa con il C omune andrà a buon fine - sarebbe appunto quella dell’hotel a San Giobbe, su cui non mancano però contrarietà da parte dei cittadini della zona e della Municipalità. —
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