Mariutto, parti convocate mentre aumenta la protesta

MIRANO. «Giustizia vuole che a pagare sia chi ha sbagliato». «Lavoratori contro il taglio ingiusto dei salari», e ancora: «No ai tagli in busta paga». La protesta dei dipendenti del Mariutto è ora...

MIRANO. «Giustizia vuole che a pagare sia chi ha sbagliato». «Lavoratori contro il taglio ingiusto dei salari», e ancora: «No ai tagli in busta paga».

La protesta dei dipendenti del Mariutto è ora tutta sintetizzata negli striscioni apparsi da ieri fuori dall’ingresso della casa di riposo, in via Zinelli. Dopo l’inasprimento della mobilitazione, con tanto di minacce di sciopero e richiesta di dimissioni dei vertici dell’ente, l’agitazione degli oltre 150 lavoratori dell’Ipab scende in strada e a breve sarà anche oggetto di un tavolo in prefettura. È arrivata infatti la convocazione del funzionario del prefetto, che invita le parti a Venezia per il prossimo 21 gennaio, alle 11. In quella sede il presidente del Consiglio di amministrazione Vincenzo Rossi e i sindacati diranno la loro, alla ricerca di una difficile intesa sul problema della costituzione del fondo di produttività.

Dopo la presunta illegittimità nell’elargizione di incentivi e progressioni di carriera, il Cda ha rinunciato a chiedere ai lavoratori di pagare i debiti pregressi nei confronti dell’ente, ma ha bloccato di fatto gli incentivi per il 2015, con tagli già negli stipendi di gennaio.

Non sono d’accordo i sindacati, che considerano eventuali irregolarità tutte a capo di chi ha concesso il fondo, ritenendo ingiusto che siano i lavoratori a pagare.

In attesa di un pronunciamento sulla questione da parte della Corte dei conti, ad inasprire il confronto nei giorni scorsi è stata una lettera di Rossi in cui si parla di corresponsabilità del sindacato nella costituzione del fondo. All’incontro in prefettura è stato convocato, come richiesto dagli stessi sindacati, anche il sindaco Maria Rosa Pavanello, «attesa l’importanza», si legge nella convocazione, «dell’istituzione per il territorio comunale».

Filippo De Gaspari

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia