Marito violento condannato a 2 anni e 8 mesi
FIESSO. Erano stati quattro anni di violenze in casa. Il capo d’imputazione ricostruisce un quadro pesante nei confronti di una donna e della figlia minore dal 2013 fino al maggio 2017. Ieri per quelle violenze, un 44enne albanese, residente a Fiesso, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione dalla giudice monocratica Irene Casol. La rappresentante dell’accusa aveva chiesto la condanna a 2 anni. A carico dell’uomo c’era un provvedimento di allontanamento dalla casa familiare eseguito lo scorso maggio su richiesta della pubblico ministero Alessia Tavarnesi.
Bersaglio delle violenze del 44enne erano state la moglie e la figlia. Le indagini avevano ricostruito vari episodi di percosse con pugni e calci, oltre che di offese. Tutto per futili motivi. In un’occasione l’uomo aveva stretto una cintura al collo della moglie, in un’altra le aveva puntato un coltello al collo, minacciandola di morte. La figlia era intervenuta a difesa della madre e anche lei era stata aggredita dal padre con calci e schiaffi.
Quando le due donne provavano a ribellarsi alla prepotenza del 44enne, lui reagiva con minacce. Le scenate avvenivano anche alla presenza di persone di cui l’uomo non gradiva la presenza nella sua casa. C’era poi, secondo l’accusa, anche una questione legata ai soldi: l’uomo si sarebbe rifiutato di contribuire al bilancio familiare per il mantenimento della figlia. Tutti comportamenti, questi, che avevano generato nella moglie e nella figlia dell’imputato uno stato di terrore tale da averle indotte ad abbandonare la casa temendo eccessi d’ira e facendoci rientro solo in presenza del papà della donna. Nel corso del dibattimento i difensori del 44enne hanno portato alcuni testimoni per dimostrare l’insussistenza delle accuse. Prodotto anche un biglietto fatto dalla figlia quando ancora era una bimba in cui esprimeva tutto il suo amore per il papà.
Rubina Bon
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia