Marito salvato in extremis, la moglie ringrazia il medico con una targa
CHIOGGIA. «Senza l’intervento del dottor Ramuscello oggi mio marito non sarebbe qui». A raccontarlo è Marina Barbieri che a un anno esatto dall’operazione che ha salvato il marito Alfredo Zennaro, 77 anni, da una setticemia probabilmente fatale ha voluto omaggiare pubblicamente il primario di Chirurgia Salvatore Ramuscello con una targa di ringraziamento. Era il 15 dicembre 2018 quando la famiglia, residente a Valli, è corsa in ospedale per l’occlusione della stomia del signor Zennaro che era stato operato quattro mesi prima all’intestino.
La diagnosi è di quelle pesanti: necrosi della stomia e setticemia. I figli vorrebbero che fosse trasferito a Mestre, ma la moglie, dopo aver parlato con lo staff di Ramuscello, decide che venga seguito in città. Zennaro viene operato d’urgenza da Ramuscello, richiamato in servizio nel giorno di riposo, e passa le 72 ore successive in Rianimazione.
Durante i giorni di degenza contrae anche il batterio killer e rimane ricoverato per due mesi, in parte a Chioggia e per un periodo a Dolo. «È stato dimesso il 13 febbraio pienamente ristabilito», racconta la signora Barbieri, «dopo un anno mi sono sentita di festeggiare la guarigione di mio marito con il primario Ramuscello e il suo staff a cui va tutta la mia riconoscenza. Senza di loro sono certa mio marito sarebbe morto perché la situazione era veramente molto grave. Nel personale sanitario di Chirurgia ho trovato grande professionalità, ma anche vicinanza umana e sostegno, indispensabili quando le diagnosi sono così pesanti. In quelle ore non mi sono mai sentita sola e mio marito è stato seguito con grande competenza in tutto il periodo di ricovero». Alla cerimonia di donazione della targa sono intervenuti anche i quattro figli della coppia con i nipotini, gli amici e il direttivo di Aistom Veneto di cui fa parte Zennaro da quando deve convivere con la stomia. Ovviamente presente Ramuscello, parte della sua equipe e il medico di famiglia di Zennaro. «Dopo un anno», racconta la signora Barbieri, «è stato bello poter festeggiare e ricordare con serenità una parentesi davvero brutta. Spesso si parla male della sanità, noi vogliamo invece che si sappiano anche le cose belle che funzionano e le doti umane dei medici e con la targa speriamo di contribuire a questo». La targa sarà conservata nella sala riunioni di Chirurgia. —
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