Maritan, Zaccariotto si difende «Sono allibita per queste accuse»

L’ex sindaco di San Donà è stata interrogata dai giudici per ricostruire i rapporti con il pregiudicato È indagata per abuso d’ufficio e falso ideologico nell’ambito dell’inchiesta sul nipote del boss
Di Giorgio Cecchetti

VENEZIA. È arrivata sotto una pioggia battente, poco prima delle 16 di ieri, e ha lasciato gli uffici della Procura della Repubblica di Piazzale Roma un’ora dopo. La presidente della Provincia, Francesca Zaccariotto, è stata interrogata, alla presenza dell’avvocato Renzo Fogliata, il suo difensore, dai pubblici ministeri Carlotta Franceschetti e Walter Ignazitto: è indagata in qualità di sindaco di San Donà per abuso d’ufficio e falso ideologico nell’ambito dell’inchiesta che ha portato in carcere, tra gli altri, Luciano Maritan, il nipote del boss Silvano arrestato per traffico di cocaina e corruzione. Gentile, sorridente, nessuna dichiarazione prima di entrare, poche frasi dopo.

Ecco le sue dichiarazioni: «È la mia prima esperienza in questo mondo oscuro; per quel che mi riguarda, mi sembra di aver vissuto quasi un film: mi hanno coinvolto in una vicenda che sento non mi appartiene. Sono rimasta allibita per queste accuse, comunque mi sono resa disponibile a chiarire tutto con la magistratura». «Se mi avessero chiesto qualcosa di specifico», prosegue la presidente, «ero pronta a rispondere a tutto, ma dopo questo interrogatorio so le stesse cose che sapevo prima, non mi hanno fornito oggi elementi per rendermi soggetto attivo e chiarire. Sicuramente è un fatto molto spiacevole, un’ esperienza che spero finisca al più presto. Credo che - dopo tutto quel che viene richiesto a un sindaco oggi, dopo dieci ore al giorno passate ad ascoltare le istanze delle persone che stanno male - un sindaco tutto si meriti tranne vedersi contestare di aver ascoltato chi ha bisogno. Sono poi gli uffici a decidere chi sta più male: o mettiamo fuori il cartello “Andate in parrocchia” o ascoltiamo tutti e poi facciamo lavorare i nostri uffici». Il sospetto è che, in concorso con la funzionaria che ha firmato l’atto amministrativo con il quale è stato assunto a tempo determinato per un importo di cinquemila euro come guardiano dei parchi pubblici Luciano Maritan, abbia favorito il pregiudicato che, in graduatoria, aveva davanti a sè almeno altre venti persone. La funzionaria è l’ex responsabile del Personale Eugenia Condosin, che è stata interrogata una settimana fa alla presenza dell’avvocato Piero Barolo. Stando alle accuse, era stata lei ad avviare le procedure per la scelta e a porre la firma in calce al documento. Mentre il sospetto sul conto della Zaccariotto è che, seppur non avesse avuto alcun ruolo nella formazione dell’atto trattandosi di una scelta amministrativa, avrebbe influito nella scelta, facendo pressioni. A svolgere le indagini i carabinieri del Nucleo investigativo lagunare, gli stessi che hanno condotto gli accertamenti sul traffico di droga che hanno portato all’arresto di Maritan e di altri sandonatesi, tra questi anche un appuntato dei carabinieri prima in servizio a San Donà e poi al Battaglione Veneto di Mestre.

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