Maritan va a processo per omicidio

San Donà. L’ex boss è accusato di aver ucciso con una coltellata Alessandro Lovisetto. L’udienza è il 4 dicembre
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' - ACCOLTELLAMENTO - I RILIEVI DELLA SCIENTIFICA AL CAFFE' LETTERARIO
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SAN DONÀ. Silvano Maritan di nuovo di fronte ai giudici. Il 4 dicembre, davanti alla Corte d’Assise di Venezia, si aprirà il processo a carico dell’ex boss del Veneto Orientale per l’omicidio di Alessandro Lovisetto, 53 anni di Musile, il 13 novembre 2016 in piazza Indipendenza a San Donà. Ieri il giudice per l’udienza preliminare Alberto Scaramuzza ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla pubblico ministero Francesca Crupi. Le accuse di cui deve rispondere l’ex boss sono di omicidio volontario e porto d’armi non autorizzato. La difesa di Maritan, rappresentata dall’avvocato Giovanni Gentilini, non ha chiesto alcun rito alternativo e quindi si è proceduto con il rinvio a giudizio. Nel corso dell’udienza, i tre figli di Lovisetto si sono costituiti parti civili con l’avvocato Andrea Faraon, che ha presentato una quantificazione dei danni di 500mila euro a figlio. Ieri in tribunale a Venezia era presente anche Silvano Maritan, arrivato dal carcere di Vicenza dov’è detenuto. Davanti al giudice non ha rilasciato dichiarazioni. Il processo sarà celebrato davanti alla Corte d’Assise, composta da due giudici togati e sei giudici popolari, chiamata a giudicare nei cosiddetti “reati di sangue”.


A provocare la morte di Lovisetto era stata una coltellata alla gola (ce n’era stata anche una meno profonda al volto) inferta da Maritan che all’epoca era in regime di sorveglianza speciale dopo un lungo periodo dietro le sbarre.


In un primo tempo, l’ex boss aveva dichiarato di essersi dovuto difendere da Lovisetto che si era avvicinato dopo che Maritan aveva discusso con la sua ex, ora convivente della vittima. Al duro confronto verbale e agli spintoni, era seguito il contatto fisico. Tutto per una questione di soldi: ottomila euro di cui Maritan voleva la restituzione. Per gli stessi soldi, la ex aveva raccontato di essere stata già minacciata un mese prima. Quella sera dello scorso novembre, la situazione era degenerata. Lovisetto avrebbe colpito l’ex boss con due pugni, facendolo cadere a terra e perdere gli occhiali. A quel punto avrebbe tirato fuori il coltello che Maritan gli avrebbe strappato dalle mani. L’ex boss aveva chiarito di aver colpito a caso proprio perché era senza occhiali e che non avrebbe voluto uccidere, ma solo difendersi. Una versione, quella di Maritan, che era stata smentita in parte da tre testimoni che avevano sì confermato la prima parte del racconto con l’aggressione e i due pugni, chiarendo però che era stato Maritan a estrarre il coltello dalla tasca e colpire l’avversario alla gola.


Qualche settimana dopo il delitto, tuttavia, Maritan aveva scritto al sindaco di San Donà, Andrea Cereser, chiedendo scusa alla città e ammettendo che il coltello usato quella domenica sera in piazza Indipendenza era suo.


A poco più di un anno dal delitto che aveva profondamente colpito il Veneto Orientale, Maritan arriva davanti ai giudici.


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