Marisa muore a 51 anni Concordia, giorno di lutto

Oggi pomeriggio i funerali della dipendente dell’Interspar vinta dal cancro Era madre di due ragazzi e figlia di Angelo, barbiere conosciuto a Portogruaro
DE POLO - DINO TOMMASELLA - CONCORDIA - TESOLIN MARISA
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CONCORDIA. Ha combattuto fino all’ultimo con la speranza di farcela, di vincere cioè quella battaglia iniziata qualche tempo fa e che purtroppo è risultata vana. Le comunità di Portogruaro e Concordia piangono la scomparsa di Marisa Tesolin, dipendente dell’Interspar della frazione di San Giusto, vinta a 51 anni da un tumore. Il rosario in suffragio era programmato nella serata di ieri, alla cattedrale di Santo Stefano a Concordia, dove oggi alle 16.30 verranno celebrati i funerali. Marisa Tesolin si è spenta nella giornata di giovedì all’Hospice Francescon di Portogruaro, la città in cui aveva vissuto fino al suo matrimonio con Diego Doratiotto: assieme andarono a vivere nella vicina Concordia e dalla loro unione sono nati due splendidi figli, Valentina e Riccardo. Il padre di Marisa, Angelo, è stato il barbiere per eccellenza del rione di viale Trieste, in cui la donna era cresciuta. Il salone era un luogo di ritrovo per tutto il popoloso borgo.

Marisa ha frequentato in età giovanile le scuole portogruaresi con profitto. «Era una ragazza molto in gamba e propensa ad allacciare rapporti di amicizia duraturi nel tempo», ha ricordato ieri un suo compagno di classe, l’imprenditore Andrea Vit, «era da tempo che non ci vedevamo. Questa notizia rattrista molto me e gli altri compagni che non la vedevano da tempo. Pur essendosi trasferita dopo le nozze a Concordia, so che aveva mantenuto ottimi contatti a Portogruaro». All’Interspar di San Giusto ieri pomeriggio l’atmosfera era piuttosto dimessa. C’era giustamente poca voglia di parlare, gli sguardi erano bassi e non potevano nascondere il dolore per la gravissima perdita. Con gli amici, al lavoro, Marisa confidava le sue ansie, ma trasmetteva anche la sua grande voglia di vivere e di non rassegnarsi all’incedere del male. Aveva intrapreso un percorso di cure che l’avevano portata prima in una struttura ospedaliera di Pordenone, e infine, a Portogruaro.

«Non ha mai perso la speranza di farcela», hanno ricordato alcuni colleghi, «faceva progetti per il futuro. Era una guerriera, convinta di sopravvivere. Il suo spirito era quello giusto. Resta il ricordo anche del suo sorriso, assolutamente inconfondibile». Oltre al padre, al marito e i figli, Marisa lascia nel dolore alcuni fratelli, il genero Michael, la nipote che adorava e molti altri parenti. Dopo le esequie la salma proseguirà per la cremazione.

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