Lutto a Portogruaro, muore a 83 anni l’ex assessore Mario Bellomo

Si è spento a 83 anni Mario Bellomo, figura storica della politica locale. Consigliere e assessore comunale, fu protagonista della svolta amministrativa di Portogruaro negli anni ’90 

Rosario Padovano
Mario Bellomo, morto a 83 anni
Mario Bellomo, morto a 83 anni

Si è spento all’ospedale dell’Angelo di Mestre sabato sera, dove era ricoverato dopo un malore che lo aveva colpito dopo Natale, l’ingegnere Mario Bellomo, 83 anni, già consigliere e assessore comunale negli anni della svolta della prima repubblica, quando a Portogruaro iniziarono a governare assieme, dopo la caduta del Muro di Berlino, Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano, di fatto interrompendo un lungo periodo di instabilità amministrativa, prima della riforma dell’elezione diretta del sindaco (all’epoca lo eleggeva il consiglio comunale). Mario Bellomo fin da ragazzo era comunista.

Politica e sociale 

Era nato a Concordia Sagittaria nel 1941, figlio di Orazio e nipote di Guglielmo Bellomo figura di primo piano nelle iniziative per il riscatto sociale del territorio. Si era prima diplomato al Collegio Marconi e poi ha conseguito la laurea in ingegneria nell’università di Padova.

Sposato con Armanda Boldarin, anche lei di Concordia, ha avuto due figlie e tre nipoti. Oltre ad esercitare la libera professione, ha seguito la piccola impresa stradale del papà Orazio con gli zii fino a diventarne l’unico titolare negli anni Settanta.

Uomo di sinistra, fu tra i fondatori della sezione del PCI di Portogruaro “Aldo Camponogara” assieme al cugino, Lucio Strumendo (poi parlamentare) al quale lo legava un forte legame alla terra concordiese, alla famiglia ed agli ideali umanitari.

E’ stato eletto consigliere comunale a Portogruaro in più tornate amministrative dalla fine degli anni Sessanta all’inizio degli anni Ottanta e ha ricoperto la carica di assessore all’Urbanistica con la giunta del sindaco Scaramuzza.

Del suo attaccamento a Portogruaro e al buon funzionamento delle sue istituzioni è testimonianza la frequentazione e la partecipazione attenta alle sedute del Consiglio comunale dagli anni Sessanta ad oggi.

Negli ultimi anni ha collaborato attivamente con la Sezione locale del Pd, cui era iscritto, e dell’Anpi, intitolata all’amico onorevole Dino Moro, per promuovere iniziative di carattere culturale e solidale.

Bellomo viveva in via Matteotti ma era proprietario della Torre di San Giovanni. Grazie a essa, 10 anni fa, condusse la sua ultima battaglia politica, scrivendo alla Soprintendenza per chiedere la chiusura al traffico dopo la riapertura voluta dalla giunta di Maria Teresa Senatore, tutt’ora in vigore. Cordoglio in tutto il Veneto per la scomparsa.

Il ricordo 

«La prima tessera nel Pci me la fece lui. Lo conoscevo, infatti, sin dal mio giorno del mio impegno politico ed oggi in un momento di grande tristezza esprimo alla sua famiglia il mio profondo cordoglio e quello del Partito Democratico del Veneto – ha commentato il segretario regionale del Pd, Andrea Martella - negli ultimi cinquant’anni, almeno, non c’è stato un momento della vita di Portogruaro che non sia stata animata anche dalle sue analisi, dalle sue idee e dalle sue proposte. Portogruaro perde un professionista di prestigio ed un cittadino attento ai bisogni della comunità. Il Partito Democratico, invece, perde un riferimento importante ed un dirigente autorevole sempre presente, attento e generoso. Personalmente ne ricordo l’intelligenza, la solida cultura politica ancorata nei valori della Sinistra, la velocità’ di pensiero e una benevole ironia anche nei momenti più complessi. Sono certo che il Partito Democratico di Portogruaro a cui in questo momento mi stringo saprà trovare il modo per onorare la sua memoria».

Commosso il ricordo di Mario Bellomo, da parte del consigliere comunale e già sindaco per tre mandati Toni Bertoncello.

«Lo conoscevo dal 1970 – ricorda – ho condiviso con lui momenti di cambiamento sociale, politico e amministrativo. Nel 1992 fu tra i protagonisti della svolta amministrativa con l’alleanza tra Dc e Pci».

«Era un uomo colto, che approfondiva varie problematiche, cercava le soluzioni pragmatiche ai problemi. Ci siamo scambiati gli auguri nella sede del Pd, poco prima della sua dipartita. Che mi lascia senza parole. Sono profondamente addolorato dalla sua perdita».

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