Marina Ripa di Meana alla Mostra del Cinema. Obiettivo: stupire

VENEZIA. Inutile mentire: la si aspettava, i primi anni, con la penna e il taccuino sguainati; più di recente, con il cellulare pronto in modalità foto. La si aspettava perché alla Mostra del Cinema di Venezia Marina Ripa di Meana era una garanzia per tutte le croniste di "colore" assiepate dietro la transenna del red carpet.
Che fosse una passerella brillante o noiosa, la sua presenza da sola bastava comunque a garantire quella decina di righe al vetriolo, la descrizione dei suoi assurdi cappellini. Così difficili da immaginare, così facili da sbeffeggiare, così impossibili da dimenticare.
Marina nell'oblò, Marina con la voliera, Marina con il pappagallo, Marina con le corna, Marina con la mansarda. Marina, un anno, alla serata inaugurale con una enorme farfalla tropicale, probabilmente gravida perché, alla passerella finale, le farfalle erano diventate dieci, e piccoline, come neonate.
Chissà come se la rideva il giorno dopo a leggere i resoconti, perché una foto la conquistava sempre, e spesso era una foto di prima pagina.
Protagonista per il semplice fatto di essere se stessa: tra i bracciali e i caftani di Marta (Marzotto), tra i neri sempre minimal di Franca (Sozzani), tra i sorrisi sempre più immobili di Carlo (Giovanelli).
Se ne sono andati tutti, da quel red carpet sul quale lasciavano immaginare um retroscena di beata esistenza di denaro, gioia e feste ininterrotte, e sul quale nascondevano vite come tutte, fatte anche di sofferenze e di paura.
Di Marina una cosa, puntualmente, le croniste si chiedevano: ma lui? perché lui non le dice, cara, la messinpiega può bastare? Lui, Carlo Ripa di Meana, tra i due in realtà era il più divertito. Orgogliosamente al suo braccio, le lasciava la scena e la tempesta di flash.
Vicini e complici, come in quell'ultima foto apparsa solo pochi giorni fa sui social: lei infine stanca, lui con la flebo al braccio. Il tempo dei giochi era finito eppure erano lì, ancora insieme, fino all'ultima battaglia, fino all'ultima curva della vita.
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