Marijuana sul tetto dell’asilo arrestati due ragazzi di Caselle

Avevano trasformato la terrazza della scuola materna “Maria Bambina” in una vera e propria serra Scoperti dai carabinieri di Mirano, i due giovani (18 e 20 anni) sono stati condannati a un anno e 4 mesi
MIRANO. Coltivavano marijuana sul tetto dell’asilo, presi dai carabinieri che li aspettavano sul posto. Un vero e proprio orto, ma poco didattico, quello realizzato da due giovanissimi di Caselle sul tetto della scuola materna del paese, la “Maria Bambina”, gestito dalle suore Francescane Elisabettine. Cristiano Coccolini, diciottenne e Boris Prodan, ventenne moldavo, vicini di casa a Caselle, sono stati arrestati dai carabinieri di Mirano per il reato di coltivazione e produzione di stupefacenti. Avevano scelto il tetto della scuola d’infanzia, a cui si accede facilmente da una bassa tettoia, come assolato terrazzo dove far crescere rigogliosamente le piante di cannabis.


Da alcuni giorni i carabinieri avevano raccolto segnalazioni su uno strano viavai attorno all’asilo, in orari strani e che in queste settimane, in cui la scuola è chiusa, avevano destato più di qualche sospetto. I militari della stazione di Mirano, che da tempo tengono d’occhio un gruppo di ragazzi del Salese segnalati come frequentatori di strani giri, non avevano sottovaluto la stranezza della segnalazione che indicava in particolare il tetto dell’edificio come meta di pellegrinaggi serali e notturni. Così i carabinieri hanno scoperto una ventina di piante con foglie dalla forma inconfondibile, che difficilmente facevano parte di qualche orto didattico o attività scolastica della materna religiosa. Così hanno organizzato il tranello: i carabinieri non hanno subito sequestrato la merce, sicuri di sorprenderne gli improvvisati coltivatori diretti, monitorando per giorni la piantagione sul tetto. E così è stato: in due sono finiti come pesci nella rete mercoledì sera, quando i militari in borghese, appostati in zona, hanno visto la coppia di giovani entrare furtivamente nel cortile della scuola, arrampicarsi sulla tettoia e raggiungere il tetto dell’edificio. A quel punto è scattato il blitz: i militari in borghese li hanno seguiti, mentre sul posto convergevano altre pattuglie per stroncare eventuali tentativi di fuga. All’alt, Coccolini e Prodan non hanno potuto far altro che ammettere le loro colpe, costretti a portare i carabinieri nelle rispettive case per i controlli: qui i militari hanno rinvenuto fertilizzanti, tutta l’attrezzatura per la coltivazione e i contenitori per la conservazione dell’erba e il successivo smercio. Trovati anche 350 euro, indice che l’attività era ben avviata.


Scattato l’arresto, ieri i ragazzi, processati per direttissima davanti alla giudice Sara Natto, hanno patteggiato un anno e quattro mesi, con pena sospesa e hanno dunque potuto tornare in libertà.


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