Marianna giù sulle note di Mahler «Stupendo, ci pensavo da un anno»
«Per un anno ogni giorno ho pensato a questo momento, ma la realtà non è minimamente paragonabile all’immaginazione. È stato stupendo, ma è durato pochissimo». Sono queste le prime parole che la «Colombina» Marianna Serena ha dichiarato dopo essere planata dolcemente sul palco del Gran Teatro, sulle note di Mahler.
Fotografatissima, la bella Marianna ha posato come una vera reginetta davanti a decine di fotografi che l’hanno immortalata nel coloratissimo e piumoso abito arancione ispirato alla Genesi, ideato dall’Atelier Nicolao. Lei, serafica e a proprio agio davanti a obiettivi e cellulari, ha distribuito baci e saluti a tutti per poi scendere dalla passerella e correre ad abbracciare fidanzato, familiari e amici, rimasti con il fiato sospeso fino all’ultimo secondo.
Mancano pochi minuti allo scoccare delle dodici. La piazza è gremita di migliaia di persone, arrivate anche due ore prima per prendersi il posto vicino al campanile e godersi il tradizionale «Volo dell’Angelo». Il tempo è buono, ma nessuno spera nel sole che invece di lì a poco fa capolino dalle Procuratie. Sono i primi raggi dopo giorni di pioggia, bora e acqua alta. Una sorpresa inaspettata che arricchisce quell’atmosfera magica che si crea ogni volta quando viene posizionata l’imbragatura a oltre 70 metri di altezza, segno che manca poco all’arrivo della Colombina. Il presentatore Emanuele Pasqualini dei Pantakin, ricorda di fare silenzio.
In quell’istante un punto azzurro e arancione sbuca dalle arcate del campanile. È Marianna Serena, 19enne di Mestre, studentessa di grafica e comunicazione, che attende da un anno questo momento, fantasticando ogni giorno sul volo che la renderà protagonista della storia del Carnevale. Tutti guardano all’insù. Decine di migliaia di persone non aprono bocca. Lei è là, in cima al Campanile di San Marco, con Venezia ai suoi piedi. Il pubblico è incantato. Chi non ha mai assistito al volo guarda ipnotizzato l’altezza dalla quale scenderà. Il sole è allo zenit. Lei è pronta. Vestita da acqua, terra, sole e aria Marianna inizia la sua discesa verso i comuni mortali. Un tappeto di gente l’accoglie. Tutte le Marie sono belle, ma non si può non notare quanto questa volta il movimento delle braccia sia particolarmente elegante, delicato e armonioso. Avvolta nel più colorato abito degli ultimi anni, la ragazza distribuisce baci e coriandoli che fluttuano nell’aria, brillando come puntini luminosi.
«Ieri sera sono andata a letto presto e ho dormito – dirà poi, una volta arrivata – Non avevo paura. Ci pensavo da un anno». Sarà per questo che Marianna si muove come una fatina con le ali, sorridendo a tutti. Le gambe sono ricoperte di un tessuto marrone e verde scuro che simboleggia la terra. Una parrucca bianca e azzurra come il cielo e l’aria valorizza gli occhi della ragazza. Il vestito è un inno alla vita con quelle code rosse che svolazzano al vento come lingue di fuoco.
«Si muoveva davvero bene – hanno detto Riccardo Restle e Massimo Piccoli di Milano – il vestito era stupendo e il momento più emozionante è stato l’assoluto silenzio iniziale». Per molti il volo è coinciso con la prima volta a Venezia: «Sono venuto qui attratto dalla gente – ha detto l’israeliano Gal Levy – e non mi aspettavo uno spettacolo così bello. Venezia è una meraviglia, la combinazione di ogni suo elemento fa di questa città un luogo unico al mondo».
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