Mariam non ce l’ha fatta, morta a soli 22 anni
CHIOGGIA . Mariam Traorè è morta. Anche lei come Sandrine Bakayoko. Anche lei poco più che ventenne, anche lei durante le feste natalizie. Era un anno fa, il 2 gennaio 2017, quando Sandrine Bakayoko, una richiedente asilo ivoriana di 25 anni, si sentì male dentro la doccia di uno dei bagni delle tendopoli del campo accoglienza di Conetta. La corsa disperata in ospedale, ma per Sandrine Bakayoko non ci fu nulla da fare. Morì, provocando la rivolta dei suoi compagni. E ora, dopo un anno, un’altra ragazza, sempre richiedente asilo ivoriana, di 22 anni, il pomeriggio di Santo Stefano si è sentita male in una struttura di Brondolo, dove è ospitata.
Ieri i medici dell’Angelo di Mestre, dove la ragazza era ricoverata in Rianimazione, ne hanno constatato il decesso. Le sue condizioni già dalla sera prima erano apparse troppo gravi. Anche Mariam come Sandrine si è sentita male sotto la doccia. Subito, martedì pomeriggio, era stata trasportata in ospedale a Chioggia e da qui, con una grave emorragia, era stata trasferita all’Angelo. La giovane si è sentita male per un problema personale, l’emorragia non è da imputare a episodi di violenza. Nel frattempo, fa sapere la prefettura, continuano i controlli a tappeto nelle varie strutture e si attendono risposte per gli appartamenti di Brondolo, di via Gradenigo, dove i primi profughi, provenienti dall’ex hotel Al Bragosso di Sant’Anna di Chioggia sono arrivati.
«Ma Brondolo», dicono i residenti che si preparano a un’altra manifestazione la prima settimana di gennaio, «ha già dato». Sono due le strutture che accolgono i migranti in un sobborgo di appena cinquecento abitanti. La prima si trova in via Giovanni XXIII. Qui sono ospitati circa 30 profughi. Una struttura mista con donne e minori, gestita dalla Lepre. E ora un’altra: una palazzina privata di otto appartamenti in via Gradenigo, a cento metri dalla struttura già attiva.
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