Marghera, sì alla bonifica, Tav in aeroporto. Illustrati i progetti del governo: "Salveremo la Marittima"
VENEZIA. Un manager alla guida del Porto. Il via libera alla bonifica di Marghera e al primo stralcio del progetto off-shore. Le grandi navi “fuori” dalla laguna. Milioni di investimenti per la Tav e gli aeroporti.
Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, porta qualche certezza in laguna. Soddisfa molti e raffredda qualche entusiasmo. «La strategìa Paese non è la strategìa di Venezia», scandisce, «Venezia è una realtà insostituibile ma sarà sempre un punto debole se non c’è un sistema che funziona. La sua bellezza non la salverà».
Lunedì Delrio era a Tessera per inaugurare la nuova porta d’acqua dell’aeroporto Marco Polo e il tapis roulant di collegamento con l’aerostazione che era atteso da oltre dieci anni. Realizzato con i fondi recuperati dai soci privati che governano Save anche grazie alla detassazione dei biglietti aerei. Platea di politici, manager e imprenditori. Gran via vai della vecchia e della nuova politica, sul palco il pesidente della Save Enrico Marchi, il sindaco Luigi Brugnaro e il direttore dell’Enac Vito Riggio, l’assessora Erika De Berti al posto del governatore Zaia che ha dato forfait. E il ministro ne ha approfittato per chiarire il suo pensiero sulle “strategie” delle infrastrutture.
Aeroporto. «L’economia aeroportuale è la vera risorsa di questo Paese», attacca Delrio, annunciando altri 500 milioni di investimenti. «Dove vengono fatte le cose per bene le cose funzionano», dice, «qui a Tessera, ma anche a Napoli. Dove le cose non vanno le società le lasciamo fallire, non badiamo alle interrogazioni parlamentari».
Porto. Il benservito a Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale negli ultimi otto anni, arriva nel mezzo del discorso ufficiale. «Il mio amico Paolo Costa ha fatto benissimo», scandisce Delrio, «ma adesso abbiamo scelto un manager. Il nome lo comunicheremo nei prossimi giorni». Quello più accreditato sembra essere Stefano Corsini, 58 anni, dirigente del Cipe e della presidenza del Consiglio. «Nomi fuori dalla politica, questa è la linea», dice il ministro,
Off shore. Delrio annuncia che «come d’accordo con il presidente Costa» il governo ha inviato al Cipe che darà presto il via libera, la prima fase dei lavori del progetto Voops (Venice off-shore on-shore port system) con i lavori nell’area dell’ex Syndial a Marghera. «Sulla seconda fase, la piattaforma vera e propria del costo di oltre due miliardi di euro, c’è ancora da fare una riflessione. Una discussione molto tecnica e accurata che avverrà nelle prossime settimane».
Marghera. «Sbloccheremo subito la bonifica di Marghera», ha detto il ministro alla fine dell’inaugurazione in aeroporto. Poi il sopralluogo di quattro ore a Fusina e Marghera accompagnato dal sindaco Brugnaro. «Caro Luigi», gli ha detto più volte, «i problemi di Venezia li abbiamo ben presenti».
Alta velocità. 15 milioni di euro sono stati già stanziati per la progettazione del tratto di Alta velocità ferroviaria che interessa il Veneto. Ci sarà una fermata a Tessera e tra breve, a inizio 2017, ha detto il ministro, «partiranno i lavori per la tratta Brescia-Verona per proseguire poi fino a Vicenza. 400 milioni di investimenti per collegare le principali città in due ore». «La strategia complessiva è quella di rendere Venezia accessibile, su acqua, su gomme e su rotaia. Il deficit logistico ci costa 12-13 miliardi di euro l’anno. Con la logistica tedesca saremmo la prima manifattura europea.
Grandi navi. «Le grandi navi stanno fuori il più possibile dalla laguna», attacca il ministro, «dobbiamo salvare la Marittima e puntare sul traffico delle navi medie e grandi. Ma nel medio e lungo periodo le grandi navi dovranno stare fuori dalla laguna». Un annuncio che gela i tanti imprenditori presenti in sala. Fa esultare gli ambientalisti e il senatore Felice Casson, seduto i prima fila. «Ma no! el se gà sbaja...», commenta sicuro il sindaco Brugnaro, «forse si è confuso non ha visto la cartina». Puntuale, poco dopo, arriva la precisazione del ministro: «Fuori della laguna non vuol dire in mare. Ma lontano da San Marco».
Progetti alternativi. Il ministro non scende nei dettagli sulle principali alternative per spostare le navi da San Marco e dalla Giudecca. «Posso confermare», dice, «che all’esame della commissione Via ci sono i progetti Duferco e lo scavo delle Tresse. Ci sono dei tempi necessari per valutare, poi decideremo». Nessun accenno sulla proposta ventilata dalle compagnie di crociera di spostare il terminal a Marghera, nell’area interessata dal progetto off-shore. «Meno male», tirano il fiato i fautori dell’off shore, in testa il sindaco Brugnaro. «Dobbiamo salvare 5 mila posti di lavoro, questo abbiamo detto al ministro», sintetizza, «abbiamo avuto risposte positive, altre su cui attendiamo chiarezza. Sul lungo termine per le grandi navi non abbiamo problemi: basta che non occupino le aree di Syndial destinate alla logistica».
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