Marghera, la festa di fine Ramadan trasloca al parco di Catene

Preghiera in luogo aperto: da San Giuliano a Marghera, manca solo l’ok degli uffici. In via Monzani la cena aperta ai non islamici: un pensiero per i conflitti religiosi
Cena interreligiosa presso la Moschea di via Monzani a Marghera.
Cena interreligiosa presso la Moschea di via Monzani a Marghera.

MARGHERA. La Municipalità ha dato il suo parere positivo e adesso la palla passa al Verde pubblico e all’ufficio Commercio del Comune per l’ok definitivo, ma ormai è praticamente deciso: la comunità islamica di Venezia insieme a quella di Spinea festeggerà la fine del Ramadan, la cosiddetta Id Al Fitr, la “festa dell’interruzione” (27 0 28 luglio), che prevede la preghiera in un luogo aperto, al parco di Catene e non più al parco di San Giuliano, come successo negli ultimi anni. I bengalesi invece affittano la Plip di via San Donà e l’ex Istituto Edison di via Mameli a Marghera.

Intanto nella moschea di via Monzani si è svolta giovedì sera la consueta cena di interruzione del digiuno che la comunità islamica di Venezia e provincia organizza in concomitanza con l’ultima decade del mese sacro in cui fu rivelato il Corano. Un appuntamento diventato consuetudine, quello di invitare gli amici “non musulmani” a prendere il cibo insieme ai fedeli di Allah.

A fare gli onori di casa il presidente Mohamed Amin Al Ahdab, il vicepresidente, Omar Al Hnati, il medico siriano Bach Abdallah, il riferimento spirituale, l’imam Hamad Mahammed. Tra gli invitati il presidente della Municipalità di Marghera, Flavio Dal Corso, il responsabile del servizio Immigrazione del Comune, Gianfranco Bonesso, don Nandino Capovilla, Hamid Blaouali, presidente della comunità islamica di Spinea. La fine dell’astinenza giovedì è scoccata alle 20.57. Una volta interrotto il digiuno, un sorso d’acqua, qualche dattero per aprire lo stomaco provato e poi la preghiera. Di seguito la cena a tema magrebino. Tra i piatti principali la “harira”, la zuppa marocchina a base di pomodoro e ceci e il cous cous di carne e verdure.

Il presidente della comunità che fa capo alla moschea della Misericordia di Marghera ha invitato anche l’ex vicesindaco, Sandro Simionato, che in questi anni non ha mai disertato l’appuntamento e che ha mandato un messaggio di ringraziamento. Prima di iniziare l’imam ha ricordato San Giovanni Paolo II, che aveva un occhio particolare per i fedeli di Allah. «Siamo tutti figli di Adamo», ha detto Amin ringraziando i presenti. «Preghiamo per chi non trova neppure la forza di bere l’acqua per rompere il digiuno».

Un pensiero verso i fratelli musulmani che vivono nella martoriata Siria, ma anche in Yemen, Egitto, Libia e un accenno ai recenti episodi di Gaza. «Speriamo che la pace ritorni presto in tutti questi Paesi», ha aggiunto. Quest’anno, la comunità ha trovato grosse difficoltà a far arrivare imam e religiosi esperti dalla Siria, a causa dei problemi con i visti.

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