Mareggiate, la Regione accusa lo Stato
JESOLO. Torna a splendere il sole sulla costa veneziana, ma l’allarme mareggiate non è ancora rientrato. E la Regione pone il problema dei canoni demaniali incassati dalla Stato, mente le spese pesano sull’ente locale.Intanto, le varie località stilano i bilanci e chiedono risorse. Jesolo, la più colpita, ha perso 50 mila metri cubi di sabbia con danni per quasi 100 mila euro. L’evento meteomarino dei giorni scorsi ha interessato tutti i litorali del Veneto, con livelli di marea sostenuti. Gli effetti della mareggiata si sono fatti sentire dal litorale di Bibione, a quello di Sottomarina di Chioggia, con particolare evidenza nel tratto adiacente la nuova difesa sommersa. Danni alle attrezzature balneari sui tratti di arenile già allestiti o in fase di allestimento da parte dei concessionari. Sul tratto orientale del litorale di Jesolo la mareggiata ha asportato le sabbie accumulate nei mesi scorsi e messe a disposizione dalla Regione attraverso il Genio Civile per il ripascimento stagionale. «La Regione», sottolinea l’assessore all’Ambiente Giampaolo Bottacin, «intende proseguire il suo impegno nel contrasto all’erosione costiera sulla base degli studi condotti a scala regionale con l’Università di Padova, nei quali si delineano le ipotesi progettuali degli interventi, tra i quali il ripascimento, tecnica scientificamente consolidata a livello mondiale. Non va dimenticato che l’erosione dei litorali», precisa l’assessore, «è dovuta principalmente al ridotto apporto solido fluviale e al conseguente bilancio negativo di sedimenti lungo le coste ed è, pertanto, assolutamente imprescindibile il reintegro dei volumi mancanti. Sicuramente l’apporto meccanico di materiale sabbioso può essere contenuto mediante la realizzazione di opere rigide come i pennelli, poste a protezione dei ripascimenti. Lo hanno evidenziato dagli studi effettuati con l’Università di Padova. A fronte di un costo iniziale per le strutture, si avrebbe una riduzione della frequenza dei ripascimenti che saranno tuttavia sempre necessari per mantenere l’attuale posizione dell’arenile. Quindi, in fase di progettazione, la sostenibilità economica di queste opere dovrà essere valutata attentamente, senza trascurare la ricaduta negativa sui litorali immediatamente adiacenti».
«In questo contesto», conclude l’assessore Bottacin, «non va dimenticato, ma anzi evidenziato, che mentre la Regione si assume tali incombenze, i canoni demaniali paradossalmente continuano a essere incassati dallo Stato. Va infine ricordato che, in occasione delle mareggiate con livelli di marea sostenute, le barriere soffolte diventano poco efficaci, come dimostrato da innumerevoli studi scientifici, e dunque non possono essere considerate come una sufficiente alternativa per contrastare l’erosione, come dimostrato anche dai danni rilevati in maniera più rilevante a Sottomarina proprio in corrispondenza della diga sommersa».
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