Marco torna la prima volta a casa

San Stino. Emozione tra i parenti del sedicenne colpito tre mesi fa da ischemia in una partita di basket
SAN STINO. Sono trascorsi ormai quasi tre mesi dal terribile malore (un’ischemia) che lo ha sorpreso in campo, mentre stava disputando una partita dei campionati giovanili di pallacanestro. Marco è tornato a casa, sia pure in permesso per poche ore. Il sedicenne è stato trasferito venerdì dall’ospedale di Treviso a quello di Motta di Livenza, vicino casa, dove proseguirà la riabilitazione. I progressi sono costanti e notevoli.

La notizia del “permesso premio” è stata accolta con felicità anche nell’abitazione di San Stino di Livenza dove vivono i parenti. Il nonno in passato ha ricoperto incarichi politici e ancor oggi è attivo nel settore del volontariato. Lui e la moglie non hanno mai smesso di pregare, chiedendo l’intercessione della Madonna di Motta, che è venerata come la Madonna dei Miracoli. Quello di Marco lo è a tutti gli effetti, visto che inizialmente sembrava spacciato. Hanno contribuito diversi fattori a salvarlo.

Innanzitutto il lavoro iniziale e provvidenziale dell’equipe medica del pronto soccorso di Portogruaro, intervenuta quel giorno sul campo di gioco in cui il giovane si era sentito male, poiché le ambulanze dell’ospedale di Oderzo erano impegnate in un grave incidente stradale. Poi ci hanno pensato medici e infermieri del reparto di rianimazione dell’ospedale di Treviso; infine la forza di volontà dei genitori, di Marco stesso e le preghiere degli amici. Nessuno si è mai arreso.

La notizia del ritorno a casa, sia pure momentaneo, di Marco è stata diffusa dal profilo facebook del Basket Motta. Solitamente gli aggiornamenti sui social sono curati materialmente dal padre. «Marco ha lasciato venerdì l’ospedale di Treviso», si legge, «per trasferirsi all’ospedale riabilitativo di Motta di Livenza, dove continuerà la riabilitazione sia per la parte fisica degli arti di destra, sia per l’aspetto logopedistico, che attualmente presenta le maggiori criticità. La famiglia coglie quest’occasione per esprimere nuovamente immensa gratitudine e stima a tutti i medici e infermieri, aggiungendo i ringraziamenti a tutto il team di specialisti e al personale infermieristico che ha seguito Marco in questa prima fase riabilitativa all’ospedale di Treviso. L’impegnativo lavoro di tutti questi professionisti, supportato da un benevolo sguardo dall’Alto, invocato anche da moltissimi di voi, ha fatto sì che una situazione, ora lo possiamo dire apertamente, estremamente drammatica e al limite della sopravvivenza, sia già giunta ad un livello accettabile e tenda a raggiungere la normalità, in un futuro che tutti ci auguriamo il più prossimo possibile». La strada sulla via della guarigione di Marco è stata paragonata a una competizione sportiva. «È questa», concludono dal Basket Motta, «la finale che ora Marco si appresta a giocare. Grazie di cuore ancora a tutti quelli che lo hanno sostenuto e che lo sosterranno in futuro» . La lezione di Marco è un inno alla vita. Suo è il canestro più bello.

Rosario Padovano

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia