Marco Rizzetto: «Temo una retromarcia sui diritti civili»

Il segretario del Pd a Marghera sabato sposerà il suo compagno: «Senza la Legge Cirinnà non sarei felice»
In giunta a San Donà scoppia la grana delle unioni civili
In giunta a San Donà scoppia la grana delle unioni civili

MARGHERA. «Senza la legge Cirinnà non potrei mai essere del tutto felice come sono adesso». Marco Rizzetto, giovane segretario del circolo Pd di Marghera-Catene, sabato prossimo si sposa con il suo compagno. Un’unione civile resa possibile dalla legge varata lo scorso anno dal governo a guida centrosinistra, la legge che ha istituito le unioni civili.

Presentazione dei candidati della provincia di Venezia del PD per le elezioni politihe 2013 - nella foto: Rizzetto Marco
Presentazione dei candidati della provincia di Venezia del PD per le elezioni politihe 2013 - nella foto: Rizzetto Marco


Rizzetto, reduce dalla festa con amici e amiche a Venezia per l’addio al celibato, si dice felice per il prossimo passo ma anche tanto preoccupato. E non lo dice, è evidente, solo perché appartiene al Partito Democratico, che si ritrova all’opposizione rispetto al nuovo governo Lega-Cinque stelle. Si intuisce nelle sue parole, come in quelle di tanti altri giovani, il timore di perdere diritti attesi da anni. Rizzetto non nasconde la preoccupazione.

«Noi al governo, come Pd e come centrosinistra, su tante cose abbiamo fallito ma sui diritti, no. Abbiamo lavorato bene e ai cittadini, tutti, dico adesso di stare in allerta». Anche se Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno, ha liquidato le uscite pubbliche del ministro per la famiglia, il veronese Fontana, ribadendo che non è intenzione della nuova maggioranza cancellare le leggi sull’aborto e sulle unioni civili, in tanti si sono preoccupati, fortemente per le parole del ministro di destra contrario alle unioni omosessuali e contrario all’aborto.

Rizzetto lo dice chiaro. «Certo che siamo preoccupati. Io appartengo ad un partito che ha fatto la legge sulle unioni civili, senza riuscire ad inserire la step chil adoption, e adesso al governo c’è una compagine che fa tutto il contrario di quello che noi abbiamo fatto e sostenuto. La presa di posizione di Salvini non rassicura, non placa la preoccupazione generale. Così come non rasserena la presenza al governo dei cinque stelle: la legge su omofobia e transfobia, presentata da Scalfarotto, attende di essere discussa al Senato dal 2013. Loro sulla legge sulle unioni civili si sono astenuti. Se si fossero esposti, il lavoro con la legge Cirinnà potrebbe essere stato migliore. Invece...».

E al ministro Fontana, il giovane Rizzetto ribatte: «Il mondo deve andare avanti e sui diritti non è possibile alcun passo indietro. Fontana non riconosce da ministro della famiglia che le persone che si sono unite con le unioni civili, diventano anche loro delle famiglie. Mi colpisce non lo siano per un ministro mentre finiscono in tutte le statistiche sulle famiglie italiane. Ci sono questioni che sono ancora difficili per chi sceglie l’unione civile. La casa, i mutui, gli asili. Tutte questioni che potrebbero essere messe in discussione e questo non può accadere, non possiamo permetterlo».

Rizzetto non parla solo di gay e lesbiche, parla anche dei diritti delle donne. «Una legge che proprio quest’anno compie quarant’anni, come la legge 194 viene messa anch’essa in discussione. Non vorrei che sparissero servizi importanti di supporto alle donne, di fronte ad un martellante “No all’aborto” che rischia di girare ovunque». E quindi l’appello generale è quello di stare, eterosessuali, gay, lesbiche, donne e uomini, con le antenne levate a captare cosa sta succedendo nel nostro paese, dopo l’arrivo del nuovo governo. Perché l’autodeterminazione, la libertà di scegliere, anche chi amare, non possono essere vietate. In Italia, secondo alcune stime, entro fine anno si conteranno 10 mila famiglie unite con l’istituto dell’unione civile.

«Oggi siamo a quota settemila, circa un centinaio sono le unioni nel Comune di Venezia, mentre a Monselice dove ci sposeremo sabato 16 giugno siamo i primi a farlo. La legge introduce», continua il segretario Pd, «anche l’istituto della convivenza ma pare che non lo sappia nessuno perché non è stato sufficientemente fatto conoscere».

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