Marco Polo sgomberata e 15 milioni di cantieri

Via la Marco Polo System che dal 2000, per le giunte di centrosinistra, si occupava del campo trincerato. Nel 2019 sono attesi cantieri in otto fortificazioni cittadine

FORTE MARGHERA. Marco Polo System Geie martedì è stata sgomberata su ordine del Comune di Venezia. Scatoloni di libri, materiali, mappe, documenti hanno lasciato gli uffici all’ingresso di Forte Marghera per prendere la via di Campalto, tra le proteste dell’amministratore Pierangelo Pettenò, che contesta lo sgombero e ha cause in tribunale con l’amministrazione di Luigi Brugnaro.

Foto Agenzia Candussi/Chiarin/Forte Marghera, Mestre / Sgombero MarcoPoloSystem dal Forte Marghera, nella foto Pettenò
Foto Agenzia Candussi/Chiarin/Forte Marghera, Mestre / Sgombero MarcoPoloSystem dal Forte Marghera, nella foto Pettenò


Lo sgombero segna un passaggio storico nella partita dei forti del campo trincerato di Mestre. Oggi tanti cittadini ritengono normale passeggiare, cenare, bere un aperitivo a Forte Marghera e Forte Carpenedo, organizzare una griglia a Forte Gazzera, alcuni dei 12 forti del campo trincerato, ma questi spazi sono pubblici e di proprietà comunale (tranne Forte Cosenz che è della Regione) grazie alle battaglie di associazioni e volontari degli anni Ottanta che hanno smosso l’amministrazione che ha trattato con i militari per acquistare i forti, non a gratis come prevede oggi il federalismo demaniale.

Marco Polo System Geie, ideata nel 2000 dall’allora consigliere regionale di Rifondazione in accordo con il sindaco Cacciari, dal 2012 era al forte e voleva segnare un cambio di passo per attingere a fondi europei e regionali per valorizzare i forti.

E proprio ora che si consuma il divorzio con il Comune, a trazione centrodestra, arriva una pioggia di finanziamenti per i forti mestrini, dal governo di Renzi e Gentiloni con cantieri attesi per il 2019.

Un milione e mezzo di opere sono legate alle sorti del Bando Periferie, congelato dal governo gialloverde. Interventi, autorizzati dalla Soprintendenza, riguardano il recupero della casa del maresciallo, capannoni, batteria e garitte di Forte Mezzacapo a Zelarino; il rifacimento del ponte d’accesso e il ripristino dell’ex archivio e del traversone d’attacco di Forte Carpenedo dove il Comune ha già sistemato il tetto del corpo di guardia, sopra lo spazio ristoro.

A Forte Gazzera e nei forti Tron, Pepe, Rossarol e Manin si attendono altri lavori di recupero, sfalcio, messa in sicurezza. A Forte Carpenedo si dice: «Quel che le vecchie giunte amiche promettevano, questa invece ha dato».

Non mancano i critici: «Lavori pensati male, senza competenze di restauro contemporaneo e con un atteggiamento di chiusura alla società civile», sbotta Andrea Grigoletto dell’Istituto dei Castelli .

Dal Patto per Venezia e dal Ministero dei beni culturali ci sono ben 13, 5 miioni per Forte Marghera. Cinque milioni per le urbanizzazioni (viabilità, percorsi pedonali, illuminazione pubblica, sottoservizi con relative bonifiche laddove si interviene).

Gara in via di assegnazione da parte di Insula con 2 anni di cantieri che la Fondazione del Forte che attende di coordinare i cantieri con l’impresa per garantire l’apertura del forte coi lavori in corso. Sette milioni arrivano dal Mibact per il restauro delle due Casermette francesi, la ristrutturazione dell'edificio 29 - Magazzini e la sistemazione delle aree pertinenziali degli edifici da recuparare. Si aggiungono il milione e 580 mila euro del percorso ciclopedonale che collega via Torino - Forte Marghera - viale San Marco.

La Biennale si è insediata stabilmente e ha donato un padiglione fronte baia, assegnata a privati. Per Brugnaro il forte è lo spazio della “movida della Città” ma le assegnazioni degli spazi sono tema delicato: quelle del 2017 non sono mai diventate operative. E compete al Comune il rinnovo del contratto con la cooperativa sociale Controvento che gestisce i ristoranti. La scadenza è in arrivo. Ma la coop ha buone probabilità di rinnovo. —


 

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