Marco morì in un incidente Il Papa risponde ai genitori

Portogruaro. Da un anno e mezzo la famiglia sta cercando giustizia «Il Santo Padre ha scritto di condividere in pieno con noi le nostre lacrime»

PORTOGRUARO. Papa Francesco risponde alla lettera inviata ad ottobre da Susanna e Giorgio Rizzetto, genitori di Marco, il 24enne deceduto il 2 maggio 2014 a causa di un incidente stradale all’East Gate Park, per condividerne l’immenso dolore.

Ad un anno e mezzo di distanza i genitori e il fratello Massimiliano stanno cercando di ottenere giustizia per la morte del giovane. Sul terribile incidente non è ancora stata fatta pienamente chiarezza e la famiglia Rizzetto sta tentando tutte le strade possibili affinchè tutti i responsabili paghino per quanto accadde quella sera, pur consapevoli che niente potrà ridare indietro loro l’amato figlio e fratello. Susanna e Giorgio verso la metà di ottobre si sono rivolti al Pontefice.

«Abbiamo scritto al Papa per esternare il nostro grandissimo dolore per la perdita di Marco», racconta papà Giorgio, «dovrebbero essere i figli a portare i fiori sulla tomba dei genitori, il contrario non è naturale. Il nostro dolore è senza fine, aumentato dal dubbio che nessuno lo ha soccorso nell’immediato e che quindi, forse, si sarebbe potuto salvare». Ieri a mezzogiorno nella casa di Portovecchio è giunta la lettera gialla dalla Città del Vaticano. «Con la posta di ieri è giunta la lettera del Pontefice», continua Giorgio Rizzetto, «siamo rimasti piacevolmente stupiti. Papa Francesco ci ha scritto che condivide le nostre lacrime».

I coniugi Rizzetto custodiscono gelosamente la lettera del Pontefice, il cui contenuto preciso non vogliono rendere pubblico, ma vogliono dare speranza a quanti si rivolgono al Santo Padre.

Susanna e Giorgio stanno portando avanti una dura battaglia perchè sia fatta giustizia per la morte assurda del giovane Marco, gran lavoratore, con tutto un futuro davanti. L’autista dell’automobile che quella sera ha investito Marco, la 44enne di Ronchis, Rosanna Tabino, ha patteggiato a marzo una pena per omicidio colposo a un anno e nove mesi con la condizionale e un anno di sospensione della patente. Per la condotta dell’imputata nell’immediatezza e nei giorni successivi all’incidente, il giudice per le indagini preliminari non le ha concesso le attenuanti generiche. Nell’auto si trovava anche Daniele Colautto, 55enne di Ronchis, dileguatosi subito dopo l’incidente senza accertarsi delle condizioni del guidatore dell’auto che avevano appena investito.

Claudia Stefani

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