Marco Modolo e il Parma: quell’amore mai nato
VENEZIA. Marco Modolo uomo del giorno. Quello che al grido “avanti le torri” sale all’attacco e va a incornare i palloni che arrivano dalla bandierina o da calcio piazzato. E fa gol, come è successo contro la Reggiana. Applausi, complimenti e guardare avanti, perchè domani si va di nuovo in campo, a Parma. Modolo e il Parma, allora.
Storia strana. Una storia strana, un incontro senza risultato. Non può definirsi un ex, il centrale del Venezia, che domani sera giocherà in quello stadio, il “Tardini” che non è mai stato il suo, nonostante per due anni lui sia stato un giocatore sotto contratto con la società gialloblù. Zero episodi da raccontare, solo una esperienza “formativa” di rilievo, come giocatore e come uomo. Bisogna tornare indietro di qualche anno. «Un periodo nel quale il Parma prendeva molti giocatori e li mandava in prestito in varie squadre» racconta adesso Modolo «ed è stato così anche per me. Il Parma aveva un rapporto di collaborazione con il Nova Gorica, così io e molti altri compagni siamo stati mandati a giocare il campionato sloveno. Eravamo in prestito, lo stipendio ci veniva pagato dal Parma. Almeno all’inizio. Poi è successo quello che è successo, ci siamo trovati praticamente abbandonati. Non voglio parlare di soldi, anche perchè non ne abbiamo più visti. Il fallimento, tutte quelle storie incredibili di dirigenti fantasma, quel Parma, che non è certo quello attuale nè quello storico dei tempi d’oro» ci tiene a sottolineare Marco Modolo «ci ha scaricato e abbandonato».
Nova Gorica. Normale che per Modolo Parma non susciti dolci ricordi. Ma quel gruppo che giocava con la maglia biancazzurra del Nova Gorica si è dimostrato una squadra di ottimi giocatori e veri professionisti. «Il Nova Gorica con noi si è comportato bene, non aveva colpa. Michele Dal Cin e i loro dirigenti hanno fatto quello che potevano, prima che il caso esplodesse».
Dissesto. Un gruppo guidato in panchina da Gigi Apolloni, anche lui vittima del dissesto gialloblù, ma che almeno ha visto riconosciute le sue qualità venendo scelto, l’anno scorso, per la rinascita della squadra, scesa in serie D. E Apolloni anche domani sarà in panchina. «Lo riabbraccio con piacere» riprende Modolo «e sono contento che abbia avuto questa chance. Un allenatore bravo sotto tutti gli aspetti, anche per aver gestito, quella volta a Nova Gorica, una situazione che diventava sempre più difficile, giorno dopo giorno. Con lui ho sempre avuto un corretto rapporto professionale, mi ha insegnato molto, da giocatore aveva il mio stesso ruolo, gli ho mandato un sms di in bocca al lupo quando il Parma lo ha richiamato. Parma è casa sua, se lo meritava».
Soddisfazioni. Modolo e Apolloni, nonostante le difficoltà, hanno raccolto anche belle soddisfazioni di là del confine. Come in quella finale datata maggio 2014. «Sì, la vittoria della Coppa di Slovenia, un successo che ci apriva le porte ai preliminari di Europa League per la stagione successiva. Finale indimenticabile, a Capodistria, 2-0 sul Maribor, la squadra più forte e più ricca del campionato».
Tre nomi. Tre nomi per misurare il valore della formazione allora guidata da Apolloni: Cordaz, Lapadula e Coda. «Grandissimi. Considero tuttora Coda (oggi alla Salernitana, ndr)uno degli attaccanti più forti con cui ho giocato. Lapadula? Ha segnato tanto pur avendo all’inizio qualche difficoltà con il 4-3-3. Un ragazzo che ha dato il massimo ad ogni allenamento, la voglia di riuscire ad ogni costo. Quanto a Cordaz, un pazzo scatenato e un portiere fenomenale. In campo lo avevo dietro di me, un personaggio incredibile, ogni partita aveva sempre una decina di parenti che facevano tifo per lui. Ora è arrivato in serie A con il Crotone , un’opportunità importante, ma se la meritava già da prima. Vincere quella Coppa penso che rimarrà il traguardo massimo raggiunto in carriera. Ci andò male in Supercoppa, dove il Maribor si prese la rivincita ma la squadra si stava già sfasciando. Apolloni andà via, io poco dopo mi feci male al ginocchio».
Parma-Venezia. Domani Parma-Venezia, Inzaghi va sul sicuro con la coppia Modolo-Domizzi, ma dall’altra parte c’è un brutto cliente, Calaiò. «Fosse solo lui... Il Parma è una grande del campionato, ma anche il Venezia è là per dire la sua. Dobbiamo giocare al duecento per cento, con attenzione massima, domani come in ogni altra partita, poi vediamo cosa succede. Per un ragazzo come me essere un protagonista di un Parma-Venezia è una cosa stimolante, una carica incredibile. Sono quelle partite che a questi livelli tutti vorrebbero giocare. Siamo pronti per giocarla, anche con la testa».
Scorer. A proposito, fresco di tabellino marcatori, si confermerà Marco Modolo con i suoi tre-quattro gol a stagione, magari di testa su corner, specialità della casa? Lui che è uno dei pochi difensori ad aver segnato una tripletta in una partita? «Magari. Intanto cerco di non far segnare gli avversari, poi vediamo. La tripletta? Era proprio contro la Virtus Vecomp, saranno passati più di cinque anni, ma ogni volta che incontro Gigi Fresco, il loro allenatore, mi chiede sempre se ce l’avevo con lui...».
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