Maratona notturna, approvato il bilancio: è stangata sull’Irpef

Addizionale comunale portata all’8 per mille ma non la pagherà chi ha un reddito inferiore ai 17 mila euro. Sparito ogni riferimento alla sublagunare
INTERPRESS/TAGLIAPIETRA. CONSIGLIO COMUNALE "NO GRANDI NAVI".-
INTERPRESS/TAGLIAPIETRA. CONSIGLIO COMUNALE "NO GRANDI NAVI".-

VENEZIA. Bilancio 2013 del Comune da mettere in sicurezza dopo il caso Palais Lumière: il sì definitivo del consiglio comunale arriva alle 2 di notte. E conferma l’annunciata stangata sull’Irpef che i veneziani adesso pagheranno con una addizionale comunale all’8 per mille. Fissata anche la soglia di esenzione: non pagherà nulla chi ha un reddito inferiore ai 17 mila euro annui.

Una manovra dolorosa che serve a recuperare - come ha spiegato il vicesindaco e assessore al Bilancio Sandro Simionato - almeno 5 dei 10 milioni di euro di minori trasferimenti statali «scoperti» dalla giunta negli ultimi giorni e che portano a 27 milioni di euro la minor dotazione di fondi statali in bilancio rispetto allo scorso anno. Gli altri 5 milioni mancanti sono stati recuperati con nuovi tagli di spesa alla “macchina” comunale, ma oltre non si va - nonostante la protesta delle opposizioni - perché per Ca’ Farsetti si è ormai arrivati all’osso.

Sparisce la sublagunare. Lunga anche la contrattazione per ridurre e accorpare il gran numero di emendamenti, che hanno però consentito in alcuni casi modifiche anche sognificative. Sparisce infatti dal bilancio - come chiedevano i consiglieri della Lista in Comune Caccia e Seibezzi - il riferimento alla metropolitana sublagunare che tante polemiche aveva suscitato nelle scorse settimane, inducendo qualcuno a pensare che fosse rientrato dalla finestra un progetto, molto contestato, uscito dalla porta. «Il riferimento alla metropolitana sublagunare - ha spiegato Simionato, accogliendo l’emendamento – sarà sostituito dal riferimento alla realizzazione di una linea di trasporto pubblico tra Tessera e Venezia». «Insieme alla "Nuova Venezia" - ha dichiarato Caccia - avevamo infatti denunciato il tentativo di "resuscitare un progetto morto e sepolto", perché insostenibile da ogni punto di vista, ambientale e sociale, urbanistico e trasportistico, economico e gestionale

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