Manutenzioni Actv i sindacati rilanciano «Serve più personale»

Dopo gli ultimi incidenti si invoca il ritorno della minisquadra di pronto intervento. L’azienda: «Previsti più investimenti»
Di Roberta De Rossi

Come annunciato dopo gli ultimi due incidenti dovuti alla rottura della “flexball” marcia avanti-marcia indietro dei mezzi - il motoscafo “trafitto” dai pali alla Palanca e lo scontro tra vaporetti a Rialto - Actv sta procedendo al controllo di ogni singolo invertitore, in attesa che la società produttrice realizzi i 150 pezzi (costo di ognuno 600 euro, per un totale di circa 90 mila euro) necessari a sostituire tutti i meccanismi della flotta, tanto sollecitati nella trafficata navigazione lagunare.

Nello specifico - fa sapere l’azienda - i due pezzi in questione si sono rotti nella stessa maniera, per uno sfilacciamento del cavo e lo schiacciamento delle sfere che lo circondano, mandando in blocco il sistema di manovra dei vaporetti, divenuti così ingovernabili. Se si sia trattato di difetto di posa in opera (i cavi non devono avere una torsione superiore ai 180° e le sfere non devono essere schiacciate), di usura o di “caso” (non si possono aprire i pezzi durante le sedute di controllo), lo deciderà la consulenza tecnica affidata dalla pubblico ministero Rita Ugolini, proprio per chiarire la dinamica degli incidenti e i criteri di manutenzione. Intanto, Actv provvede con le sostituzioni, alla presenza di un tecnico dell’azienda produttrice, per una posa in opera certificata.

Argomento delicato e fonte di polemiche da anni, quello delle manutenzioni, che Actv liquida ricordando che per le imbarcazioni è la legge a fissare i criteri dei controlli programmati, ogni volta certificati da tecnici del Rina. Tempi che in azienda sono auto-ridotti a un anno e 1000 ore di moto, tanto che nel 2014 le avarie sono state 325 (lo 0,5 per mille delle 657 mila corse l’anno effettuate) contro i 576 del 2011 e le 405 del 2013, mentre i fondi per l’acquisto di materiali saranno quest’anno 5,3 milioni contro i 4 del 2013. «L’elettronica è utile, ma molto più delicata: e tutto è elettronica, ora, a bordo», commenta Nevio Oselladore, portavoce del Comitato lavoratori della navigazione, «banalmente, copertoni usati come parabordi eviterebbero il violento sbattere dei battelli agli ormeggi, a causa del moto ondoso, deleterio per le apparecchiature elettroniche: purtroppo i copertoni sono proibiti perché rifiuti e i parabordi normali esplodono in una notte. Bisognerebbe individuare darsene protette».

I sindacati tutti puntano l’indice sulla scomparsa della figura della minisquadra di pronto intervento Actv, che scendeva in sala macchine ad ogni sosta, a piazzale Roma, Rialto, Lido, Murano-Museo, sacrificata ai tagli. «Bisogna almeno che il personale di macchina torni a integrare le squadre degli operai della manutenzione, per migliorare i controlli», incalza la Fit Cisl, «nella storia di Acnil e Actv è sempre stato così, fino al 2013. Bisogna creare una squadra con competenze motoristiche, elettroniche, informatiche al Tronchetto, per effettuare la diagnostica in modo accurato e le manutenzioni».

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