«Manuela non è complice lo dimostrerò al processo»

L’omicidio Noventa. La difesa punterà a definire l’accusa di favoreggiamento Secondo il legale della tabaccaia il delitto è stato ideato solo dai fratelli Sorgato
Di Alessandro Abbadir

CAMPONOGARA. Sul delitto di Isabella Noventa la linea difensiva di Manuela Cacco, la tabaccaia di Camponogara coinvolta nell’assassinio della segretaria padovana insieme ai fratelli Debora e Freddy Sorgato non cambia e resta ferma. Si punterà a dimostrare nel processo che Cacco era all’oscuro della pianificazione del delitto, ideato dai fratelli Sorgato. Per lei, la difesa è convinta, si arriverà a definire una posizione di favoreggiamento e non complicità in omicidio volontario. Manuela, secondo la linea della difesa, si era trovata davanti alla sera del delitto a una macchinazione già ideata e pianificata nel dettaglio dai fratelli Sorgato e, di fronte ai fatti compiuti, la tabaccaia avrebbe deciso per i legami affettivi che aveva con Freddy, di aiutarli girando con il giubbetto di Isabella nel centro di Padova.

Il suo difensore l’avvocato Alessandro Menegazzo, sta preparando le carte per il processo che si terrà con rito abbreviato e che inizierà il 9 maggio. Si terrà al Tribunale di Padova davanti al giudice Tecla Cesaro. In questi giorni l’avvocato Menegazzo ha affrontato il tema con la sua assistita nelle frequenti visite che le fa in carcere alla Giudecca a Venezia. «Il processo», spiega Menegazzo, «si terrà in 4 udienze già fissate dal giudice e l’ultima in programma è quella che è stata fissata il 6 di giugno».

Per il difensore gli elementi a favore di uno stralcio della posizione di complicità in omicidio della sua assistita sono molti e saranno illustrati con dovizia durante il dibattimento. Nel frattempo non verrà chiesta, almeno fino al processo, la modifica della modalità della reclusione . Non verrà fatta insomma istanza di scarcerazione, nè gli arresti domiciliari, prima del processo con rito abbreviato. Cacco è accusata di omicidio volontario in concorso, occultamento di cadavere, stalking e simulazione di reato per aver fatto finta di perdere il telefonino con cui l’accusa sostiene perseguitasse Isabella Noventa. È convinto il pm Giorgio Falcone: Isabella l’hanno ammazzata insieme Freddy Debora e Manuela nella notte fra il 15 e il 16 gennaio 2016. Ora tutti e tre hanno scelto il rito abbreviato. In tutti questi mesi le indagini sono state difficili e il corpo della povera impiegata non è mai stato ritrovato. Un omicidio per amore, gelosia, rapporti interpersonali compromessi. Nel frattempo Manuela Cacco, ha deciso di mettere in vendita, ancora la scorsa estate, il suo negozio di Camponogara.

«La messa in vendita dell’attività», spiega l’avvocato, «è stata affidata a uno studio di commercialisti di Dolo che sta valutando le varie offerte». Con la sospensione della licenza, stabilita dai Monopoli dello Stato, il trasferimento dell’attività alla figlia della Cacco sarebbe stato difficile se non impossibile.

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