Manuela Cacco telefona ai genitori: «Mamma, aiuterò la giustizia»

La tabaccaia di Camponogara ha avuto l’autorizzazione dal magistrato a chiamare i familiari. Oggi nuove ricerche

PADOVA. Manuela Cacco, la tabaccaia di Camponogara implicata nel delitto della segretaria Isabella Noventa con i fratelli Sorgato, è stata autorizzata dalla magistratura a telefonare dal carcere ai genitori, ai figli e all’ex marito Smeraldo Marigo. A spiegarlo è l'avvocato della donna Alessandro Menegazzo, che mercoledì le ha fatto visita nel penitenziario di Verona. Manuela che nei giorni scorsi ha visto la figlia Elena, ha fatto così la sua prima telefonata agli anziani genitori dopo l'arresto.

«È stata una telefonata commossa» spiega l’avvocato «fra una figlia in carcere e due anziani genitori preoccupati. Ha detto loro che sta bene in salute, ha ribadito la sua innocenza, e che la dimostrerà collaborando con la giustizia». E proprio l’allentamento del regime carcerario con la concessione delle telefonate ai famigliari appare all’avvocato un buon segnale: «È chiaro che Manuela questa storia non l’ha ideata. La sua posizione appare sempre più come un favoreggiamento che un concorso in omicidio. La magistratura gode della mia massima fiducia» .

Nell'incontro con l’avvocato, Manuela Cacco ha parlato anche della gestione della tabaccheria che non potrà più condurre per diverso tempo direttamente. «Manuela ha dato disposizioni a me» spiega Menegazzo «al commercialista e ai propri figli. Sa che per diverso tempo non potrà far fronte alla gestione del locale, perché o dal carcere o a casa se le verranno concessi gli arresti domiciliari, non potrà farlo». L’avvocato della tabaccaia di Camponogara è deciso a chiedere istanza di concessione degli arresti domiciliari prima di Pasqua. Lunedì scorso intanto c’era stato l'incontro fra Manuela e la figlia 27 enne Elena incinta di un bimbo. Manuela ha fatto capire alla figlia di essere provata: emozionata ha chiesto alla figlia della salute del bimbo che ha in grembo, e ha esternato il desiderio di vederlo nascere, senza essere ancora dietro le sbarre. «Manuela» anticipa l'avvocato «rivedrà i figli Elena e Alberto di nuovo sabato sempre in carcere a Verona».

Intanto, questa mattina, riprendono le ricerche del corpo di Isabella sul Brenta. I sub si immergeranno nel tratto da Ponte di Brenta. Gli investigatori attendono l’arrivo dell’ecoscandaglio per la perlustrazione accurata dei fondali. Il pm Giorgio Falcone interrogherà Freddy Sorgato e la sorella Debora la prossima settimana, probabilmente tra martedì e giovedì. Per quella data, infatti, dovrebbero esserci i primi risultati, sia pure informali, sui test di laboratorio delle tracce biologiche rinvenute nella villetta di Freddy a Noventa in via Sabbioni. Tracce che si sospetta siano di sangue, rinvenute sul pavimento, davanti al piano cottura, sul tavolo, mentre una parete ha reagito positivamente al luminol rivelando schizzi sparsi in una vasta area.

E ieri sera “ Chi l’ha visto” ha intervistato i genitori di Giuseppe Berto, l’autista che è stato il primo marito di Debora Sorgato, suicidatosi nel 2001. La coppia di anziani, che abita Saonara, ha chiesto agli inquirenti di fare luce su quanto accaduto al figlio. Debora e Giuseppe si erano sposati nel ’93 ed erano stati insieme fino al ’98. Nel 2001, a 34 anni, l’uomo scomparve per mesi; fu ritrovato morto in un garage di Vicenza, dentro l’auto. Si parlò di suicidio con il gas di scarico. Debora ha perso anche il secondo compagno, Gianluca Ciurlanti, morto in un incidente stradale.

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