Manuela Cacco resta in carcere

Omicidio Noventa, parla l’avvocato: «Non presento alcuna istanza, aspettiamo la fine delle indagini»
Di Alessandro Abbadir

CAMPONOGARA. “Non presenterò per ora, alcuna istanza di modifica della custodia cautelare in carcere per Manuela Cacco. Prima di prendere qualsiasi decisione aspetterò la chiusura delle indagini da parte della magistratura».

A dirlo è Alessandro Menegazzo l’avvocato di Manuela Cacco, la tabaccaia di Camponogara coinvolta con i fratelli Debora e Freddy Sorgato nell’omicidio della segretaria padovana Isabella Noventa. Per Manuela si prospetta quindi un Natale trascorso in carcere, nel carcere femminile della Giudecca dove si trova dopo il trasferimento da quello di Verona, dove si trovava dopo l’arresto dello scorso febbraio.

«In questo momento», spiega l’avvocato difensore della tabaccaia di Camponogara, «sarebbe prematuro avanzare qualsiasi ipotesi. A quanto è a nostra conoscenza, nonostante l’incidente probatorio a cui è stata sottoposta Manuela Cacco, le indagini sono ancora aperte e non si sa quando il pubblico ministero Giorgio Falcone sia intenzionato a chiuderle. Per il momento quindi, nonostante le feste natalizie in arrivo, la situazione resta quindi congelata».

L’avvocato ribadisce comunque come Manuela Cacco abbia sempre ripetuto per filo e per segno durante l'incidente probatorio, la posizione che ha sempre espresso nel corso di questi ultimi mesi. Sentita dal pm e dagli avvocati dei familiari di Isabella e di Freddy e Debora Sorgato, Manuela ha confermato che Debora gli ha riferito che Isabella, dopo essere stata uccisa, era stata gettata nel Brenta da Freddy.

La versione di Manuela però è stata ritenuta credibile dai familiari di Isabella e dal loro avvocato Gian Mario Balduin. L’avvocato difensore di Manuela punta a far derubricare l’accusa di complicità in omicidio in favoreggiamento.

Una accusa che prevede una condanna ben più mite della complicità nell’omicidio.

Intanto le ultime analisi ordinate dal Pm su armi e contanti hanno portato ad un nulla di fatto. Nessuna impronta infatti è stata trovata sulle armi: una pistola Beretta calibro 7.65 con il colpo in canna e 71 proiettili e una pistola Astra di fabbricazione spagnola calibro 9x21 con 51 proiettili. Stesso esito per i controlli sui 124 mila euro. Tutto materiale trovato in casa di Debora Sorgato di cui non si conosce la provenienza.

Infine c’è la partita della vendita del bar tabaccheria della Cacco che si trova a Camponogara in via Arzerini ai confini con il comune di Dolo. La tabaccaia, implicata nel delitto, ha avuto la licenza sospesa da parte dei Monopoli di Stato e vista la difficoltà di riattivare l’esercizio commerciale, ha deciso di procedere alla sua alienazione attraverso uno studio di commercialisti.

«Della vendita», spiega l’avvocato Alessandro Menegazzo, «è incaricato uno studio di Dolo. Sta procedendo, valutando alcune offerte che le sono state prospettate. Si tratta però di una situazione complicata, che si potrà risolvere solo nei primi mesi del 2017».

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